Uno smacco per Salvini. Il Viminale alza l’asticella dei rimborsi per chi accetta di ospitare migranti in strutture protette. Nessuno più partecipava ai bandi per i rimborsi troppo esigui voluti dal leader della Lega quando era ministro dell’Interno.
Lamorgese ribalta Salvini. Un’immagine forse un pò colorita ma la sostanza di cosa è successo oggi al Viminale è questa. Dopo i tagli voluti da Matteo Salvini, risale il rimborso assicurato ai gestori per ogni migrante inserito nelle strutture di accoglienza. Lo ha deciso il ministero dell’Interno raccogliendo l’allarme lanciato dalle prefetture, che segnalavano come molte gare per l’assegnazione dei servizi di accoglienza in tutta Italia andassero ormai deserte. Troppo esiguo lo stanziamento del ministero, sceso nell’estate del 2018 da 35 a 19-26 euro al giorno a migrante. “Dopo aver riaperto i porti – l’immediata replica di Salvini – il governo riapre i portafogli degli italiani, aumentando i soldi per chi accoglie richiedenti asilo e fa ripartire il business legato agli sbarchi. Vergogna!”.
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L’ex ministro aveva parlato di risparmi fino a un miliardo e mezzo di euro per effetto dei tagli decisi con le nuove linee guida degli appalti per i servizi di accoglienza definite con l’Anac nel 2018, che prevedono 6 bandi in base alla grandezza dei centri: 150 posti, 300, 600, 900, 1000 e accoglienza “individuale”. Quest’ultimo riguarda tutti coloro che sono ospitati negli appartamenti e che rappresentano l’80% dei soggetti ad oggi inseriti nel sistema. Più è grande il centro e più i costi da mettere a base d’asta sono contenuti, con un minimo di 19 euro a migrante per le strutture fino a mille persone ad un massimo di 26 per chi è negli appartamenti. Troppo poco per gli imprenditori della migrazione. Ora si cambia nuovamente con la ministra Luciana Lamorgese che ha raccolto le lamentele che arrivavano dai suoi ex colleghi in tutta Italia, alle prese col problema di dove collocare i richiedenti asilo in arrivo sul territorio visto che le gare per l’affidamento dei servizi vanno regolarmente deserte.
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Il capo del Dipartimento libertà civili ed immigrazione, Michele Di Bari, ha fatto partire verso le prefetture una circolare con il nuovo schema di capitolato d’appalto per i centri di accoglienza. Non si torna ai 35 euro a migrante, ma il rimborso potrà crescere rispetto all’importo fissato da Salvini. In modo da rendere più appetibili le gare per l’assegnazione dei servizi di l’accoglienza. Il documento consente che, nel caso di mancate presentazioni di offerte ad una gara, si possa ricorrere alla procedura negoziata senza bando. Le prefetture, in questo modo, “possono individuare alcuni operatori economici da consultare, selezionando l’offerta migliore”. E se si verifica che un prezzo d’asta è sottostimato, “si potrebbe procedere a variare le singole voci che compongono il costo medio”. Prevista inoltre la possibilità per il migrante di accedere ad un servizio di assistenza sanitaria complementare da porre a carico dell’appaltatore che può essere rimborsato a parte rispetto al prezzo pro capite al giorno posti a base di gara. Ed i costi possono crescere anche per la necessità di aumentare il personale di vigilanza nei centri a seguito di danneggiamenti. Tutto aumenta, insomma. Per buona pace di Salvini.
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