Sanremo 2020, parla Junior Cally: “Non sono violento, sono pro Sardine”

Il tanto discusso rapper spiega anche il testo di ‘No, grazie’. “È un brano rap antipopulista che critica i luoghi comuni”, dice Junior Cally.

junior cally

Questa sera prenderà il via la 70esima edizione del Festival di Sanremo. C’è tanta attesa per la partenza della gara, che questa sera vedrà metà del gruppo di concorrenti pronti a esordire sul palco dell’Ariston. Tra questi, a rubare la scena nei giorni precedenti alla kermesse canora ci ha pensato Junior Cally. Il controverso rapper ha fatto parlare di sè per un brano in cui ha – secondo la critica – inneggiato contro le donne, insultandole.

Ci ha pensato lo stesso Junior Cally, in un’intervista rilasciata per Leggo, a svelare ciò che si è ritrovato a leggere sui social dopo la scelta di chiamarlo a partecipare a Sanremo 2020. Una serie di reazioni scomposte da parte degli abitanti del web, che lo ha lasciato sgomento. “Mi sono svegliato una mattina e mi sono trovato sbattuto in prima pagina con parole come “pedofilo”, “misogino”. Sui social mi hanno massacrato: messaggi come “tua madre dovrebbe vergognarsi di avere partorito un essere diabolico come te”, “ci auguriamo che tua madre venga stuprata”. E potrei continuare. Questi sono i commenti dell’italiano medio, che parla senza sapere, senza conoscere. Io non inneggio alla violenza. Non dico di umiliare, di violentare, di ammazzare. Se si legge bene il testo è l’esatto contrario. Uccido il concetto. Non certo la donna. Canto che bisogna farsi rispettare con le parole che sono più forti di ogni cosa“.

Junior Cally introdotto da Amadeus durante lo speciale “I soliti ignoti” del 6 gennaio – meteoweek.com

Alla scoperta del brano di Junior Cally

E allora andiamo a scoprire, sempre attraverso le parole del rapper, il brano che porterà sul palco del teatro Ariston. ‘No, grazie’ è una canzone che tratta un tema ben preciso e spiegato da Antonio Signore, il suo nome all’anagrafe. “È un brano ultra rap. Anti populista. Che critica proprio i luoghi comuni. E dove non si parla assolutamente di donne“. Tra l’altro, a proposito della spinta antipopulista del brano, Junior ha la possibilità di svelare le proprie idee politiche. Chiaramente contrario a Renzi e Salvini, ha svelato di aver fatto dietrofront in merito al Movimento 5 Stelle. “Ho votato per i cinque Stelle, ma non lo rifarei mai. Sardine tutta la vita“.

E a chi gli chiede della maschera, Junior Cally spiega che la indossa “per poter vivere la mia vita da rapper senza, almeno all’inizio, dover subire il pregiudizio. A Focene, frazione di Fiumicino con quattro case e qualche migliaio di abitanti, ero visto come lo sfigato, mi prendevano in giro: “Tuo padre lava le vetrine dei negozi e tuo vuoi fare il rapper?”. Con la maschera li ho fregati“.

Anche sul rap, Junior Cally ha le idee molto chiare, sia tra i suoi ispiratori che sul “movimento”. “Caparezza, Eminem, Fabri Fibra. Oggi li consideriamo grandi rapper, ma sono stati demonizzati anche loro. In Cuore di Latta, Fibra parla con crudezza di Erika e Omar, del fatto di cronaca nera che scioccò l’Italia. Ma di certo non si è mai pensato di emulare il delitto. Conta l’educazione all’ascolto. Il rap è un racconto, un canovaccio su cui un teatrante recita. Questo si fa da anni. Il rap ora è diventato il nuovo pop e così in tanti reagiscono male e scrivono “muori”, “fai schifo”, “ammàzzati”. Io, invece, non auguro a nessuno la morte, non dico a nessuno fai schifo, non inneggio al suicidio“.

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