Il sindaco Decaro aveva sottolineato il richiamo alle pratiche e alla cultura mafiosa della Festa della Candelora.
Si è celebrata nella giornata di domenica la Festa della Candelora. Un rito molto sentito tra i cattolici praticanti, che una volta tanto scatena un vespaio di polemiche. Questa volta ci trasferiamo a Bari, dove questa celebrazione aveva sollevato un polverone già nei giorni scorsi. E a sollevarlo era stato il primo cittadino del capoluogo pugliese, Antonio Decaro. Il sindaco aveva vietato di festeggiare la Candelora nella sua città, in quanto “richiama le pratiche e la cultura mafiosa, che tutti i cittadini per bene della nostra città non possono accettare né tollerare“.
Tuttavia, nel quartiere Liberta di Bari, la festa si è celebrata lo stesso. E a organizzarla era stata una famiglia vicina a un clan barese. A essa avrebbe partecipato anche un prete, la cui presenza non è passata inosservata e ha destato molto scalpore. In via Nicolai, una delle strade caratteristiche del rione, si è svolta una festa che Decaro ha subito etichettato come “totalmente illegale”, per i motivi di cui sopra. Ma non poteva non intervenire la Curia, che ha sottolineato quanto fosse fuori luogo la presenza di un prelato a quella celebrazione.
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Come detto, la Curia parla di una “presunta manifestazione religiosa non autorizzata dall’autorità ecclesiastica e vietata dal sindaco“. Per quanto riguarda la presenza del prete durante la presunta Candelora, dice che “in modo improvvido, si è reso presente presso i promotori della manifestazione“. Dunque arriva una forte condanna e un altrettanto chiara presa di distanze. Tanto che, come si legge andando avanti nella nota, “la Curia arcivescovile, d’intesa col Superiore Religioso, condanna l’episodio che turba gravemente la coscienza civile e religiosa di tutti“.
Ad aggiungere ulteriore pepe alla vicenda, arriva anche la condanna da parte dell’ordine dei Cappuccini, attraverso la Provincia dei Frati Minori di Puglia. “La Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Puglia esprime il suo rammarico per la presenza di un suo religioso alla manifestazione – scrive il frate Gianpaolo Lacerenza – . Rivolgiamo le nostre scuse nei confronti del sindaco e nello stigmatizzare qualsiasi atto contrario ai principi della legalità, siamo solidali nell’affermare i valori di giustizia e solidarietà sociale promossi in modo encomiabile dal primo cittadino, dalle istituzioni locali e dalla chiesa diocesana”.
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