Il clima di festa divertente, ciarliero e sempre un po’ polemico del Festival di Sanremo, ha spesso lasciato spazio alla tragedia.
Sono state molte le edizioni del Festival che hanno dovuto confrontarsi con qualcosa di più grande e ineluttabile, come la morte di uno dei protagonisti o di chi era vicinissimo a chi si doveva esibire sul palco. Purtroppo, è accaduto in più occasioni.
Il fatto più drammatico in assoluto legato al Festival è stato senza dubbio quello legato al suicidio di Luigi Tenco che durante l’edizione numero 17, correva l’anno 1967, decise di farla finita con un colpo di pistola nella sua camera d’albergo. Tenco si presentava con una canzone non splendida, certo non tra le sue migliori. Ma nemmeno peggiore di altre che erano state presentate a quell’edizione. Ancora non si cantava all’Ariston: il festival era ospite del salone delle feste del Casinò. Tenco esegue la sua “Ciao amore ciao” e non si qualifica per la fase finale. Ne rimane avvilito.
Non era un bel periodo per Tenco che era reduce da un brutto esaurimento curato male con dosi di farmaci troppo pesanti: il suo rapporto con la cantante Dalida era molto problematico e Tenco sembrava essersi lasciato parecchio andare. Qualche giorno prima del Festival alcuni amici lo riportano a casa dopo una brutta sbronza e lo convincono ad andare a Sanremo, perché nemmeno voleva presentarsi. Dopo il verdetto della giuria Tenco sale nella sua camera all’Hotel Savoy e si uccide con un colpo di pistola. Il suo corpo verrà rinvenuto nella notte quando non c’era più niente da fare.
Con il senno di poi sono molti gli amici e i colleghi di Tenco a fare ammenda, convinti che quella tragedia potesse essere evitata e che il cantante potesse essere aiutato. Analizzando il testo della sua canzone molti interpretano in un passaggio – “dare un addio alla vita, andarsene lontano” – una chiave di lettura inequivocabile secondo la quale il cantante, stanco dell’industria discografica, avesse già deciso di farla finita prima della sua esibizione. Il messaggio di commiato di Tenco è ancora più chiaro: il cantautore lascia un messaggio sullo scrittoio della sua camera…. “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente 5 anni della mia vita”.
Dopo qualche tempo anche la sua compagna Dalida cercherà di seguirlo in circostanze ugualmente drammatiche: la cantante francese tenta il suicidio più volte. Due nel 1967, la prima pochi giorni dopo la morte di Tenco. Poi di nuovo dieci anni dopo. Ma verrà salvata. Condurrà una vita molto problematica: nel 1986 durante le riprese di un film cade in uno stato di profonda depressione aggravata da un uso massiccio di barbiturici con i quali deciderà nuovamente di farla finita a vent’anni di distanza dalla morte del compagno. Stavolta il fratello arriva quando ormai è troppo tardi.
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