Il leader di Italia Viva ribadisce la mancanza di numeri per far partire la riforma sulla Prescrizione. E sprona il suo ex partito a far leva sulla legge Orlando.
Matteo Renzi torna all’attacco del ministro Bonafede. E il tema non può che essere sempre lo stesso, ovvero la riforma sulla Prescrizione. Già nella giornata di ieri, durante la prima assemblea nazionale di Italia Viva, l’ex premier non le aveva mandate a dire al guardasigilli. Ma nella giornata odierna, attraverso il suo consueto enews, Renzi ha deciso di piazzare un’altra stoccata al Ministro della Giustizia.
Si parla ancora una volta dei numeri che servirebbero per far passare la riforma. Quanto è stato messo per iscritto da Bonafede, a quattro mani con l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, viene messo nuovamente in discussione. “Abbiamo detto al Ministro Bonafede che sulla Prescrizione non si può andare contro tutti – esordisce Renzi – . Noi siamo dalla parte del garantismo, non del giustizialismo. E con noi c’è la totalità degli avvocati, la stragrande maggioranza dei magistrati e dei commentatori. E c’è anche il parere unanime degli esperti“.
Prescrizione, Renzi ‘chiama’ il Pd?
E nel frattempo, Renzi sembra quasi vivere quasi un momento di nostalgia e prova a richiamare l’attenzione del suo ex partito. Già, perchè dal Partito Democratico sono piovute critiche feroci nei confronti della riforma promossa dal ministro Bonafede. E allora ecco che nell’ex Presidente del Consiglio risuonano gli echi del passato, con tanto di chiamata all’azione nei confronti del Pd.
Così Renzi, dopo aver analizzato gli aspetti della riforma che non funzionano, invita il Pd a fare un passo indietro. Con tnato di riferimento alla legge fatta promuovere dall’allora ministro della giustizia Andrea Orlando, che differisce e non poco dalla riforma di cui si sta discutendo in queste settimane torride. “La riforma di Bonafede e Salvini viola i principi costituzionali e fa del male all’amministrazione della Giustizia. Partiamo dal lodo Annibali per bloccarne gli effetti e discutiamone insieme. Se invece Bonafede vuole forzare, sappia che almeno al Senato non ha i numeri. In attesa che anche il Pd torni su questo tema a pensarla come la pensava qualche anno fa e difenda la legge voluta dall’allora ministro Orlando“.