Dolore a Boccasette e in tutto il territorio di Porto Tolle (Rovigo) per la morte di una donna dopo una lunga malattia: aveva compiuto 46 anni da poco. La piangono il marito, ex calciatore, e tutta la famiglia.
Ci sarebbe da chiedersi quanto possa valere, in soldoni, la vita di una donna. Certamente se lo staranno chiedendo i familiari di Mara Zanetti, morta per un virus raro dopo 75 giorni di agonia. Aveva compiuto 46 anni il 25 gennaio. La sua era una malattia rara, la leucoencefalopatia multifocale progressiva. Rara, ma conosciuta. E senza una cura. La morte di un singolo, evidentemente, non può essere motivo di mobilitazione come per il Coronavirus. Il padre, Luigino Zanetti, non ci sta. “Ha trascorso 70 giorni in neurologia a Rovigo, con Mara la sanità si è arresa”.
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Mara Zanetti, compagna di vita dell’ex calciatore Massimiliano Zerbin, si è spenta sabato alla casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro, assistita dai suoi cari, dopo 75 di ospedale (70 a Rovigo e 5 a Porto Viro). Martedì 4 alle 10 saranno celebrati i suoi funerali nella chiesa parrocchiale “Sacro Cuore di Gesù” di Cà Tiepolo a Porto Tolle; le esequie saranno precedute, alle 9,30 dalla recita del Rosario. Presiederà la messa monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia. Al termine della messa il feretro sarà accompagnato nel camposanto di Boccasette per la tumulazione.
Mara lascia Massimiliano, suo compagno da 25 anni, i genitori Gabriella e Luigino, il fratello Massimo la cognata Silvia e i tre nipoti: Sara, Giorgia e Riccardo. Operaia alla mensa dell’ex centrale Enel di Polesine Camerini, la donna ha conosciuto Massimiliano, anche lui operaio quand’era molto giovane e insieme hanno deciso di condividere la vita. I problemi di salute per lei sono cominciati con una diagnosi di immunodeficienza. Con il passare degli anni, e soprattutto negli ultimi tempi, la situazione si è aggravata fino al ricovero all’Ospedale Civile di Rovigo, nel reparto neurologico. Le sue condizioni si sono via via aggravate per lo sconcerto dei familiari che ora si chiedono se sia stato fatto tutto il possibile: forse poteva essere trasferita in un ospedale specializzato per le malattie rare.
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Molteplici i messaggi di cordoglio che in queste ore stanno arrivando anche al papà Luigino, fratello dell’ex sindaco Roberto, ex funzionario dell’associazione Coldiretti, ma anche consigliere comunale e collaboratore del settimanale diocesano “Nuova Scintilla” che con il suo direttore don Vincenzo, la redazione, amministrazione e tutti i collaboratori partecipano all’immenso dolore della famiglia di Mara, così come il sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli, gli ex sindaci Claudio Bellan e Silvano Finotti, l’ex presidente del Consorzio di Sviluppo Angelo Zanellato, consiglieri regionali e parlamentari. Il padre ha spiegatoi: “Mia figlia Mara è mancata a causa di un virus che ha causato una Leucoencefalopatia multifocale progressiva; un virus riconosciuto senza terapia e che secondo la letteratura medica, come ci hanno comunicato i medici sia dell’ospedale di Rovigo che di Treviso, non era curabile. Ha trascorso 70 giorni in neurologia a Rovigo; con Mara la sanità si è arresa”.
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