La Puglia avrà un secondo candidato a sinistra, lo ha confermato ieri dall’assemblea nazionale di Italia Viva la Ministra Teresa Bellanova. Il governatore in carica non rappresenta l’ala renziana del centrosinistra, e così il partito dell’ex premier esprimerà un suo candidato il prossimo maggio.
Una decisione che non può certo rappresentare una novità, lo ha confermato anche Ivan Scalfarotto a margine della sua relazione.
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Nel corso dell’Assemblea di Iv è stato posto come tema di discussione il sostegno alle prossime regionali in Puglia: Emiliano negli anni si è sempre messo all’opposizione rispetto al Governo Renzi, senza risparmiarsi querelle nei confronti dei ministri di quegli anni. Al fianco dell’ex premier infatti ci saranno anche Carlo Calenda ed Emma Bonino, incerta ancora la posizione dei vendoliani guidati da Dario Stefano.
Non poteva che arrivare dalla stessa puglia l’attacco più duro per Michele Emiliano. LA ministra pugliese all’Agricoltura, Teresa Bellanova ha confermato la posizione di IV: no a Michele Emiliano per la candidatura delle regionali in Puglia, che rappresenta “il peggior notabilato meridionale”, perché “il Mezzogiorno ha bisogno di riformismo”.
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“Al sud – ha aggiunto – serve un cambio di classe dirigente. Quando diciamo no a Emiliano non ne facciamo una questione personale, facciamo una valutazione politica. Quando diciamo no a Emiliano diciamo no al trasformismo, no alla demagogia, no al peggiore notabilato meridionale”.
Ma la Bellanova non era stata l’unica a calcare una posizione chiara, pochi minuti prima anche Ettore Rosato aveva manifestato l’insofferenza del polo riformista nei confronti del governatore in carica. Rosato ha chiamato in causa anche il candidato nelle Marche: “Con Emiliano si perde in Puglia, e non vogliamo solo partecipare. E non c’è solo la Puglia. Non è l’unica Regione dove ci si candida a perdere: anche le Marche” con il presidente uscente Luca Ceriscioli.
Poi la ministra ha proseguito: “Volete tornare all’acciaio di Stato? Taranto è stata inquinata quando l’acciaio era prodotto dallo Stato.
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Quando diciamo no a Emiliano parliamo della sanità. Sui rifiuti bisogna avere il fisico di assumere le responsabilità. Quando diciamo no a Emiliano parliamo di agricoltura, parliamo dei 142 milioni rimasti nelle casse della Regione. Una domanda in pubblica piazza: cari amici del Pd, volete sostenere il buongoverno di Bonaccini che le risorse le ha consumate o volete stare con la concezione proprietaria di Emiliano? Noi contrapponiamo a Emiliano un impianto riformista perché il Mezzogiorno ha bisogno del riformismo, perché cosi non può continuare a vivere”.
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