Non si accenna placare l’ondata di grande affetto ed emozione suscitato dalla scomparsa di Nadia Toffa. La madre prosegue il suo tour delle librerie per presentare “Non fate i bravi”.
Quando la sua scomparsa è diventato un dato di fatto e ha spazzato via con un’amara tristezza le voci e le polemiche circa il suo stato di salute e la sua costante presenza sui social, è venuto fuori il dato più significativo. E cioè che Nadia Toffa era molto amata non solo dai colleghi e amici che hanno condiviso con lei un lungo percorso nella redazione delle Iene ma anche dalla gente. Le sue inchieste, in qualche caso piuttosto rischiose e in altre bizzarre e divertenti, avevano svelato quel lato umano di Nadia che è venuto fuori prepotentemente proprio nel momento più difficile.
…e oggi Nadia rivive negli appunti, negli scritti, nelle righe di “Non fate i bravi”, un volume che senza volere essere un testamento è di fatto l’ultimo contributo che Nadia ha voluto dare. Un po’ per se stessa, per annotare tutto quello che di bello ma soprattutto di tragico le stava capitando. E un po’ per lasciare qualcosa ai parenti e agli amici, in particolare alla madre che non l’ha lasciata un attimo dal momento della prima, drammatica, diagnosi, fino all’epilogo.
Margherita Rebuffoni, la madre di Nadia, prosegue un instancabile viaggio in giro per l’Italia per presentare il libro e parlare di sua figlia. A Bari, città che Nadia aveva visitato spesso, il volume sarà illustrato nel corso di un incontro pubblico a Villa Romanazzi Carducci venerdì 7 febbraio alle 18,30.
Il lavoro editoriale è stato proprio il suo: “Mi sono limitata a raccogliere e riordinare tutto quello che Nadia ha scritto in modo spesso molto immediato e istintivo nel corso degli ultimi mesi di vita. Nadia voleva lasciare un messaggio alle persone che faticano ad accettare la malattia e che a volte non riescono nemmeno a entrare nell’ordine di idee di farsi curare e aiutare. Molti non vogliono, altri non possono. In ogni caso queste sono prove che non si possono affrontare da soli anche se non sempre la sanità è in grado di fornire gli strumenti giusti”.
Così come Nadia scrivendo reagiva all’idea della malattia e di ciò che purtroppo sembrava sempre più inevitabile, “Non fate i bravi” è uno strumento al servizio di chi vuole reagire, ma non sa come farlo: “L’idea del libro è nata un anno fa quando mia figlia aveva subito anche alcune critiche perché aveva deciso di rendere pubblica la sua condizione. Da lì in poi si è appoggiata alla famiglia, agli amici ma non ha mai rinunciato all’idea di trasferire un messaggio che era quello di non nascondersi, non vergognarsi e affrontare la malattia a testa alta”.
La trasmissione di commiato da Nadia, quella nel quale è andato in onda il suo ultimo contributo video, è stata una delle più seguite di sempre della trasmissione. Oggi questo libro fa un altro passo verso la gente comune. Nel frattempo i gesti di affetto per Nadia si sono moltiplicati. Centomila firme per dedicarle il reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Santissima Annunziata di Taranto, città che aveva spesso visitato per numerosi servizi sull’llva.
“Ciò che colpisce di più è l’affetto della gente nei confronti di Nadia – commenta la mamma della conduttrice – è la dimostrazione di quanto bene ha fatto Nadia nella sua breve, seppur piena, vita. Ha messo in moto un’energia positiva che ora torna attraverso i sentimenti che tante persone ci manifestano tutti i giorni”.
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