Il ministro per le Politiche agricole svela la ricetta per ribaltare questo provvedimento. “Servono nuove politiche attive sul lavoro “, dichiara la Bellanova.
Il Reddito di Cittadinanza continua a raccogliere pareri negativi dal mondo politico. Non solo per le recenti scoperte di “furbetti” del Reddito, ma anche per il suo scarso impatto in termini di impiego. E allora Teresa Bellanova svela la sua ricetta per rilanciare il mondo del lavoro nel nostro Paese. Il ministro per le Politiche Agricole ne ha parlato in un’intervista per il quotidiano La Stampa.
La Bellanova sostiene che il Reddito di Cittadinanza non abbia avuto gli effetti sperati dal precedente Governo. In particolare dal Movimento 5 Stelle che lo ha inserito nel suo programma. “Il fallimento è nelle cose. È sotto gli occhi di tutti ed è certificato dai dati: quello strumento non riesce a dare le risposte necessarie e nel frattempo blocca ingenti risorse. Il Reddito di Cittadinanza non garantisce l’incrocio domanda-offerta di lavoro. Non dà risposte alla disoccupazione di lunga durata. Non mette in campo strategie di inclusione sociale né tiene in conto la povertà educativa“.
Nel corso dell’intervista, il ministro parla anche di politiche attive per riportare il mondo del lavoro a livelli decenti. “Vorremmo si discutesse di questo – dichiara relativamente alla povertà educativa di cui sopra – . Soprattutto, bisognerebbe parlare di come rilanciare massicciamente le politiche attive“. E così la Bellanova torna a parlare di Jobs Act, a suo parere l’unico provvedimento che può rilanciare in questo momento il mondo del lavoro. “Il Jobs Act ha garantito delle tutele e, stando all’Istat, una base occupazionale. Quando parliamo di riformismo è esattamente questo che si intende, cioè porsi il problema di come tutelare i nuovi lavori e dare risposte ai lavoratori del futuro“.
Un’altra riforma al vaglio del Governo giallorosso è quella fiscale. La Bellanova, in tal senso, spiega quali sono le intenzioni del Consiglio dei ministri. “Proporremo tre aliquote, massimo quattro, per abbattere lo scalone imposto oggi sui redditi medi. Soprattutto la rivisitazione integrale del sistema attuale, troppo affollato e complicato. È necessario un grande patto con il Paese reale e con i cittadini; per questo non sono sufficienti riscritture di quote parti“.
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