Le prime dichiarazioni del diciassettenne che è stato intervistato nel corso di una trasmissione televisiva: “Sono un calciatore, non sono uno spacciatore”.
Diciassette anni. Il calcio come passione e prospettiva. Addirittura una convocazione in nazionale. Italiana. Il ritratto che emerge dalle parole di Yassin – il diciassettenne a cui ha citofonato Salvini – non è certo quello di uno spacciatore: “Gioco a calcio, sono un calciatore. Non sono uno spacciatore“ ha dichiarato il ragazzo intervistato durante la trasmissione Piazza Pulita.
“Quanti anni hai tu?” gli chiede il giornalista. “Diciassette anni” risponde. “Sei nato qui?” incalza il giornalista? “Si”. Yassin gioca a calcio, gli interessa solo quello: “Studio e gioco a calcio, a Imola“ aggiunge. “Ho giocato quattro anni a Sassuolo, due al Modena. Ho anche giocato nella nazionale italiana. Una grandissima bella esperienza” racconta. Il giornalista Luca Bertazzoni lo porta sulla vicenda della citofonata di Salvini: “Hai precedenti?” gli chiede. “Mai avuto precedenti. Non sono uno spacciatore” risponde prontamente. “Perchè quella signora ha portato Salvini proprio al tuo citofono?” ribatte il giornalista.
“Ogni giorno mi chiedo ‘Perchè proprio a me?’“ è la risposta del giovane. “Ad un diciassettenne gli ha rovinato la vita in cinque minuti, da un giorno all’altro. Un politico che è venuto in una periferia, e così, a citofonare come un pizzaiolo, un postino. ‘Tu spacci’?” aggiunge amareggiato, tutto d’un fiato. “Ma io non sono uno spacciatore” ribadisce il giovane. “Un politico che è venuto a citofonare ad un ragazzo, accusandolo di spacciare. Ma cos’è? Ha rovinato la vita ad un giovane in cinque minuti” conclude con tristezza.