Settimo Torinese attribuisce la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, e testimone attiva della Shoah, Liliana Segre. Questo, però, dopo averla revocata a Benito Mussolini, in un gesto tanto simbolico quanto voluto profondamente dalla maggioranza del Consiglio comunale.
Il comune piemontese di Settimo Tornese ha scelto di attribuire la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita, e testimone attiva dell’Olocausto, Liliana Segre. Contestualmente, però, revocherà il riconoscimento a Benito Mussolini, per questioni di principio. Secondo quanto dichiarato dalla sindaca Elena Piastra, infatti, la decisione di mantenerle entrambe “risultava poco coerente con la scelta di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, vittima delle leggi razziali avallate proprio dal regime fascista”.
A partire da oggi, 30 gennaio 2020, la senatrice a vita Liliana Segre diventerà cittadina onoraria del Comune di Settimo Torinese. Un conferimento che porta, per forza di cose, a una rinuncia ben ponderata: quella di togliere la cittadinanza al dittatore fascista.
Come ha infatti spiegato la sindaca Elena Piastra a “La Stampa”, infatti, “la revoca è una scelta simbolica, voluta dalla maggioranza consiliare nella Città che è stata testimone diretta dell’orrore nazifascista. Settimo ha visto l’assassinio dei partigiani l’8 agosto del 1944, ha un legame storico con Primo Levi e la maggioranza consiliare ha ritenuto che la cittadinanza a Mussolini, retaggio peraltro di obblighi imposti dal regime, fosse da superare. Anche perché risultava poco coerente con la scelta di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, vittima delle leggi razziali avallate proprio dal regime fascista”.
L’ultimo comune ad aver dato la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita era stato Cassano Allo Jonio, che ha fortemente riconosciuto “la sua preziosa testimonianza e l’appassionata e instancabile attività di sensibilizzazione, principalmente rivolta alle giovani generazioni, contro ogni forma di odio, di discriminazione e di indifferenza verso tutte le barbarie che si affacciano nella storia”.
Non era stata dello stesso parere, tuttavia, Alessandra Mussolini. In occasione di una recente intervista radiofonica, infatti, l’ex parlamentare aveva rivolto alla Segre delle parole senz’altro dure e velenose, con le quali l’aveva trasformata nella “strega di Biancaneve“, in una donna che invece di portare pace pensa a fomentare l’odio.
A una simile provocazione aveva prontamente replicato già la deputata Pd Laura Boldrini, ma con il suo discorso al Parlamento Europeo in memoria della liberazione di Auschwitz che ha recitato nella giornata di ieri, Liliana Segre ha dato definitiva risposta alle insinuazioni della Mussolini.
“Io spero di essere una donna di pace, e non fomentare l’odio. Se volessi fomentare l’odio non avrei portato in Senato una proposta di commissione che si chiama Hate Speech, contro l’odio. Per cui sarebbe un’antitesi, fomentare l’odio e predicare invece contro l’odio”, ha infatti dichiarato la senatrice.
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