Arrestato l’ex sindaco di Marano di Napoli, Mauro Bertini, che sosteneva di opporsi al sistema. L’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Polverino. Lui stesso sosteneva: “Ci sono dei pentiti che dicevano anche che io ero un uomo dei Polverino. Tutto per delegittimare l’unico che costituiva un ostacolo al sistema camorristico”
Il sindaco che sosteneva di opporsi al sistema camorristico è stato arrestato: Mauro Bertini, ex primo cittadino di Marano di Napoli, è ai domiciliari. Bertini è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Polverino assieme ad altre due persone. Un imprenditore edile, A.S., già in passato finito nel mirino della Procura della Repubblica di Napoli, ed un ex dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Marano. L’imprenditore e l’ex sindaco maranese, in quanto ultrasettantenni, sono stati tradotti ai domiciliari. Secondo quanto appurato dagli inquirenti, al centro delle indagini ci sarebbe la vendita di Palazzo Merolla e la realizzazione del complesso residenziale Galeota.
Nello specifico, un imprenditore, anche lui ai domiciliari, avrebbe emesso cinque assegni bancari per circa 62.500 euro, attività nascosta. La cifra sarebbe poi sarebbe andata a Mauro Bertini, a saldo di altri 50 mila euro, che lo stesso avrebbe poi corrisposto in contanti direttamente ai fratelli Cesaro. L’imprenditore e Bertini sono indagati anche per la realizzazione di un complesso residenziale di 27 appartamenti e 9 attività commerciali edificato con l’abbattimento di Masseria Galeota. Operazioni che violano il piano regolatore comunale. I lavori in questione sarebbero poi stati eseguiti da una società di costruzioni dell’imprenditore stesso che avrebbe consegnato una cifra a Bertini per ricevere le autorizzazioni previste.
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Le parole dell’ ex sindaco nel 2017: “L’unico che si oppone al sistema”
In un’intervista rilasciata nel 2017 a Fanpage.it, Bertini spiegava in maniera dettagliata come funzionasse il sistema degli appalti. Era lui, secondo l’intervista, l’uomo scomodo e l’ostacolo principale per il sistema camorristico. Le accuse, a suo modo di vedere, erano infondate, fatte al solo scopo di delegittimare. Queste le sue parole rilasciate oltre due anni fa. “Ci sono dei pentiti che dicevano queste cose. Sostenevano che io ero un uomo dei Polverino – spiega Bertini – sono stato accusato di corruzione aggravata, e prosciolto in due istanze di giudizio. Quello che si dice riguarda qualcuno che ha bisogno di delegittimarmi. L’intenzione è delegittimare l’unico che, al sistema camorristico maranese, ha costituito un ostacolo”.
Oltre a Bertini, l’arresto è scattato per l’imprenditore edile Angelo Simeoli, meglio noto come Bastone. Era già finito in passato nel mirino della Procura di Napoli. Stessa misura per il tecnico Armando Santelia, ex dirigente dell’ufficio tecnico del comune di Marano. Per lui disposta invece la misura interdittiva della sospensione dall’impiego per mesi 12. Bertini e Simeoli, ultrasettantenni, sono ai domiciliari. Tutti arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Polverino.