Roberto Speranza minimizza, la situazione è seria ma no ad allarmismi

Del coronavirus ha parlato questa mattina il Ministro della salute Speranza, obiettivo dell’intervento è stato quello di tranquillizzare la popolazione in merito alla diffusione del virus.

Paura che lo stesso ministro ha definito ingiustificabile, in quanto la situazione del contagio al momento sarebbe sotto controllo. Sulle colonne dell’AdnKronos Roberto Speranza ha tenuto a sottolineare una posizione

Le parole di Speranza, danno speranza

La psicosi sul coronavirus cinese “non è giustificata. C’è una situazione seria, che stiamo seguendo con la massima attenzione. Ma non bisogna diffondere allarmismi, la situazione è seria ma le istituzioni stanno lavorando per tenere più alta possibile la soglia di attenzione”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, ospite dell’Adnkronos. “E’ riunita ormai da una settimana una task force operativa 24 ore su 24 con tutti i soggetti fondamentali del sistema Paese che seguono con grande attenzione l’evolversi delle vicenda”, ha aggiunto ricordando che “siamo nel pieno della stagione influenzale e molte persone in Italia l’hanno già presa.

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E’ chiaro che non bisogna scambiare sintomi naturali con una patologia specifica di cui, lo ribadisco, sono stati certificati solo 8 casi in tutta l’Unione europea”. “Chiamare il 1500 – ha sottolineato il ministro, parlando del numero verde attivo 24 ore su 24 per rispondere ai dubbi degli italiani sul coronavirus – non costa nulla ed è comunque sempre utile per avere a chiarimenti”.
“E’ chiaro che il fenomeno è vero, serio – ha affermato subito dopo – e non va sottovalutato. La strada per me è quella del dialogo e della cooperazione internazionale. Nessun Paese può affrontate da solo l’emergenza”. Quanto al suo viaggio in Cina previsto a febbraio, Speranza ha sottolineato: “Il ministro cinese era stato in Italia a fine 2019, io avrei dovuto fare questo viaggio ancora non calendarizzato, ma al momento confermato”.

La situazione nel mondo al momento

Eppure nel mondo l’approccio alla questione ha denunciato una sorta di febbrilità, considerato l’isolamento della Cina e il rimpatrio di tanti europei residenti in oriente.

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La città è isolata ma il virus si propaga – meteoweek

Crescono i contagiati da coronavirus, si contano i morti e l’epidemia provoca contraccolpi seri in tutto il mondo. Il virus partito dalla città cinese di Wuhan ha causato finora in Cina 132 morti, a fronte di casi accertati portatisi a 5.974 unità: è il bilancio stilato nella notte dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese. Il contagio ha superato nella Repubblica Popolare quello del 2002-2003 legato alla Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), fermatosi a quota 5.327, in base alle statistiche ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Quanto ai decessi, i 132 casi finora imputabili al coronavirus di Wuhan sono ancora lontani dai 349 di fine 2003.

 

 

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