Un 28enne di nazionalità cinese (giunto dall’ Hubei) si era presentato al Cotugno di Napoli accusando forti dolori e temendo il contagio del coronavirus. Dopo gli esami, però, l’ allarme è rientrato. I test, negativi, parlano di polmonite e di nessun contagio
Nessun legame tra il coronavirus e i malori accusati dal 28 enne di nazionalità cinese che si era presentato al Cotugno di Napoli. L’uomo, ricoverato e sottoposto ad esami approfonditi, era reduce da una trasferta in Cina, non molto distante dalla città di Wuhan. Qui temeva di essere incappato nel contagio, ma le analisi hanno escluso ogni possibilità in tal senso. Si tratterebbe di una semplice polmonite. La notizia è giunta direttamente da Roma, dallo Spallanzani, dove sono state fatte le verifiche sui campioni biologici inviati ieri dall’ ospedale per le malattie infettive. I sanitari del polo infettivologico campano hanno appreso il ‘no’ al coronavirus mentre era in corso una riunione per fare il punto della situazione.
Un responso che è stato appreso positivamente da tutti. Le difficoltà – anche dal punto di vista epidemiologico – non sarebbero mancate. Nel caso si fosse trattato di un responso positivo, sarebbe stato complicato tracciare tutti gli spostamenti dell’uomo in città, in compagnia di sua moglie. Gli sposini cinesi erano giunti a Napoli il 25 gennaio da Roma dove erano sbarcati il 21 gennaio con un volo giunto a Fiumicino. L’aereo proveniva dall’Hubei, la provincia con capitale Wuhan dove ha avuto origine l’epidemia.
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Il “pericolo scampato” non chiude del tutto le indagini. Sono in corso al Cotugno di Napoli ulteriore esami colturali che impiegano un paio di giorni. Si verifica l’esatta origine dell’ infezione che ha provocato la polmonite, un ulteriore elemento per valutare legami indiretti con il virus. La macchina di prevenzione e profilassi, intanto, resta in piedi in tutta Italia. La coordinazione è affidata alle Regioni e al ministero della Salute. Quest’ultimo ha minimizzato sui pericoli del coronavirus a Napoli come nelle altre città italiane. “C’è un bombardamento mediatico tale che le persone reagiscono – ha spiegato – ma in questo momento nel nostro Paese non c’è alcuna emergenza e non c’è una necessità di indossare mascherine”.
“Quello che dobbiamo fare – puntualizza Speranza – è provare a costruire le condizioni per cui il Paese fa tutto quello che è possibile per alzare il livello di attenzione. Al tempo stesso bisogna evitare un allarmismo che dal nostro punto di vista è eccessivo. Dobbiamo evitare messaggi sbagliati. C’è un numero attivo, il 1500, al quale si fanno tante domande anche senza fondamento, per esempio sugli abiti provenienti dalla Cina. Non c’è nessun rischio – ha ribadito il ministro – che abbia a che fare con l’alimentazione. Sono altri i problemi che stiamo affrontando. Il rischio non c’è neanche per i cibi di provenienza cinese. Non c’è alcun tipo di connessione con il coronavirus. La psicosi di questi giorni non è giustificata”.
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