Torino. Poliziotto si chiude nei bagni in Questura, poi la tragica scoperta

Un sovrintendente della Questura di Torino poco dopo le 20 si è allontanato dal lavoro senza allarmare i colleghi che stavano con lui. Poi la tragica scoperta. protestano i sindacati di Polizia.

Si è allonatanato per un attimo dal lavoro senza insospettire i colleghi che stavano con lui. Si è chiuso nei bagni della Questura e si è ucciso sparandosi con la pistola d’ordinanza. E’ successo a Torino. Si tratta di un tecnico sovrintendente. Immediati i soccorsi dei colleghi, delle Volanti e dell’ambulanza. Il terribile episodio ha gettato nello sconforto l’intera Questura. Gli accertamenti del caso sono affidati alla sezioni omicidi della Squadra Mobile. Il suicidio è stato subito segnalato al Ministero. Si tratta dell’ottavo appartenente alle forze dell’ordine che si toglie la vita da inizio anno. Nel corso del 2019 i suicidi registrati all’interno delle forze dell’ordine, tra carabinieri, polizia di Stato, polizia penitenziaria e polizia locale, sono stati 69. L’agente morto aveva 56 anni e non era sposato, lavorava nella polizia amministrativa: “Una persona molto rispettosa e misurata” lo descrivono i colleghi. Non avrebbe lasciato biglietti per spiegare il gesto.

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I sindacati di Polizia lanciano l’allarme. “È una questione che non si può più ignorare e sottovalutare, ne va della nostra dignità. Sono state fatte delle iniziative, c’è un tavolo del disagio ma è evidente che quello che si fa non basta”  ha commentato Nicola Rossiello, segretario regionale del Silp-Cgil e responsabile nazionale per il sindacato del dipartimento Salute e sicurezza. “Questo è il momento del dolore e del rispetto per la famiglia” – è invece il commento di Eugenio Bravo, segretario del Siulp. “Verrà poi il tempo in cui sarà necessario affrontare la questione perché episodi come questo non si ripetano. È l’ennesima vittima di una strage silenziosa che inesorabilmente si accanisce su un mondo lavorativo che opera quotidianamente all’interno di una società sempre più frenetica ed arida di valori sociali che vede spesso nelle forze dell’ordine un riferimento istituzionale nel quale riporre aspettative oppure riversare frustrazioni personali” – è stata la dichiarazione di Pietro Di Lorenzo, segretario del Siap.

 

 

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