Nei giorni delle analisi legate al voto, a sinistra ha parlato Romano Prodi. Una tra le itellighenzie della sinistra, che aveva richiamato la coalizione di governo all’unità in queste settimane.
In una lunga intervista a Repubblica, Prodi ha analizzato lo stato del Pd appellandosi ai veritici in materia di coinvolgimento. Secondo l’ex premier oggi i partiti di sinistra si sono barricati dietro l’elite delle tessere.
L’intervista a Romano Prodi
“Nicola Zingaretti vada avanti con vigore con la riforma e spalanchi le porte del Partito democratico. Convochi una grande assise aperta a tutti, dove discutere in modo libero, su come la politica deve interpretare i grandi cambiamenti della società». Così Prodi, dopo il successo in Emilia che ha rasserenato gli ambienti.
Poi l’analisi politica «Ero fiducioso della vittoria e l’ho detto più volte, ma questa ha dimensioni enormi: non mi aspettavo una differenza così netta, nell’ordine di tante decine di migliaia di voti. Poi la paura della sconfitta – Negli ultimi giorni è inevitabile temere di perdere, ma analizzando a freddo la situazione mi sentivo tranquillo”.
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Poi l’intervento su Salvini, composto e piccato. Come si addice all’ospite de La Repubblica. «Io spesso lo ascolto, quasi affascinato, perché Salvini è davvero un grande prestigiatore e quindi colpisce. Ma quando provo a riassumere, restano sostanzialmente degli insulti».
Sul voto in Emilia
Interessante la risposta su chi ha diritto di rivendicare il successo in Emilia, dove la sinistra per la prima volta da anni ha mantenuto una posizione di unità. «Il gioco di squadra ha vinto – spiega Prodi. Bonaccini ha goduto del risultato del suo lavoro, dell’appoggio incondizionato del partito e del cambiamento di clima che hanno portato le Sardine». «Ora Bonaccini che continui a governare bene rafforzando nella sua giunta la già decisiva presenza di persone competenti, anche esterne ai partiti. Tra questi ci dovrà probabilmente essere il suo successore: è ora di rendersi conto che l’esperienza è importante».
E sul contributo offerto dai ragazzi di piazza, «Le Sardine hanno avuto un doppio effetto. Hanno creato un nuovo clima e hanno riempito le piazze, lasciando alla Lega il ruolo di numero due: e chi lo ricorda il secondo arrivato al giro di Francia?».
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E sul dubbio che le sardine siano l’apriscatole dell’ex premier per la corsa al Colle, la risposta è chiara: «Quanta fantasia. Al Colle no. Tutti sanno che mi piace restare nella pianura padana. Quanto ai pesciolini, purtroppo lo non c’entro. Però ci aiuta di più essere attenti alle Sardine che non a noi, ormai aringhe affumicate».