Kristen Stewart | la carriera atipica di una star che ama la sperimentazione

Kristen Stewart tornerà al cinema il prossimo 30 gennaio con Underwater di William Eubank, film a medio budget realizzato da un regista molto giovane che si è fatto le ossa nel cinema di genere. Il suo ruolo è una ulteriore conferma di una volontà di sperimentare e non essere ingabbiata nelle tradizionali produzioni hollywoodiane.

Ha raggiunto la fama internazionale tra il 2008 e il 2012, dopo aver interpretato il ruolo di Bella Swan nella saga cinematografica di Twilight, ma Kristen Stewart non ha capitalizzato quel successo per rifare se stessa o per limitarsi alle grandi produzioni delle major, bensì ha intrapreso una carriera atipica, costellata di scelte coraggiose e (spesso) simboliche. Grazie a questo modo di intendere il proprio status, Kristen Stewart è diventata la musa di un certo cinema d’autore, da Woody Allen ad Olivier Assayas. Proprio grazie alla sua interpretazione nel film drammatico Sils Maria, Kristen ha ottenuto il prestigioso Premio César (che veniva assegnato per la prima volta ad un’attrice americana).

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Kristen Stewart, musa del cinema d’autore

Dopo il successo (almeno di critica) di Clouds of Sils Maria, Kristen Stewart è tornata poi a collaborare con Assayas in Personal Shopper, film costruito interamente attorno a lei e scritto avendo lei in mente come unica protagonista. Ma proprio come nel precedente lavoro, anche qui Assayas spoglia la diva della sua veste di star, scaricando il peso della sua celebrità sulle spalle di un altro personaggio. In Sils Maria era la famosa attrice interpretata da Juliette Binoche (in un gioco metacinematografico molto caro al regista francese) di cui lei era la fidata assistente, in Personal Shopper è la borghese Kyra, per cui lavora appunto come la ragazza che le sceglie i vestiti da indossare nelle occasioni pubbliche.

In questa storia di spiriti, veri e presunti, ciò che stupisce davvero è il modo in cui il regista indugia sul continuo scambio di messaggi tra la protagonista ed il suo anonimo stalker. Dalle vibrazioni improvvise al rumore dei tasti che vengono premuti con lo sbattere delle dita sullo schermo, ogni suono è sensuale ed erotico. Al di là della storia in sé, che fa tesoro della lezione hitchcockiana sulla “suspense”, Personal Shopper è cinema che si interroga su se stesso e i fantasmi di Assayas sono immagini false che svelano gli artifici della narrazione cinematografica (un uso così smaccato e “autorivelatorio” del digitale lo si è visto poche volte al cinema).

Una carriera votata alla sperimentazione

Solo un’attrice molto attenta alla sperimentazione (anche tecnica, come dimostra il suo cortometraggio da regista Come Swim) come Kristen Stewart poteva forse accettare un ruolo nel folle progetto che è stato Billy Lynn – Un giorno da eroe di Ang Lee: film girato dal regista taiwanese in 3D, 4K digitale e 120 fotogrammi al secondo per mettere in scena una storia intima, mossa dallo stesso umanesimo che animava i lavori di John Ford. Il massimo della tecnologia attualmente a disposizione usata per un film che rifugge dalla spettacolarità e dalla magniloquenza. Il fotorealismo garantito dalla tecnica di ripresa mette su schermo i volti dei personaggi come mai era stato fatto prima.

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Ma se è il cinema indipendente (americano ed europeo) ad appassionare Kirsten Stewart, allora era inevitabile che l’attrice, adesso 29enne, finisse per lavorare con una persona che ha fondato il suo cinema sulla parsimonia dei gesti (registici e attoriali): Kelly Reichardt. Con pochissime scene Kirsten Stewart riesce a dire tutto sul suo personaggio nel film Certain Women. Un dialogo imbarazzato in cui l’attrice parla senza mai guardare negli occhi il suo interlocutore è sufficiente per descrivere un’intera psicologia. Minimalismo messo a servizio dei sentimenti.

Un futuro da regista

L’attrice ha annunciato che dopo gli attuali impegni sul set di Happiest Season, si prenderà una pausa dalla recitazione per dedicarsi a tempo pieno alla scrittura del suo primo lungometraggio, che vorrebbe ovviamente anche dirigere. Il suo primo esperimento, Come Swim, utilizzava il sound design come elemento fondamentale della narrazione, a dimostrazione di un talento eclettico e interessato a tutti gli ambiti del cinema. La attendiamo quindi al suo debutto dietro la macchina da presa.

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