Gianluigi Paragone: “M5s è morto, sono degli incapaci capricciosi”

Gianluigi Paragone, senatore ex cinquestelle, lancia il primo fendente contro i grillini dopo la sconfitta alle regionali in Emilia Romagna e Calabria. “Il Movimento è morto, soffocato nella scatoletta di tonno”.

Gianluigi Paragone

Lui lo aveva previsto, ma non avrebbe mai abbandonato la nave come un capitano codardo. A farlo fuori dal movimento 5 stelle sono stati Di Maio e i suoi proivibiri. Ora Gianluigi Paragone ha l’occasione di poter dire “io ve lo avevo detto”. All’indomani del pessimo risultato alle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, Paragone si sofferma sulla ‘morte annunciata’ del M5S. “Il Movimento è morto, soffocato nella scatoletta di tonno. Non lo dico io, lo stanno dicendo gli elettori. Un mio Movimento? Non ho problemi a dire che sto guardando molto, in questi mesi, agli ambienti dei meet up e degli ex attivisti M5S. Tutta gente che vorrebbe tornare a sentire parole antisistema. Mi stanno chiedendo di organizzarci e di mettere su qualcosa”.

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Paragone torna a parlare di quel Di Battista che lo aveva difeso dopo l’epurazione dal Movimento. “Con Alessandro Di Battista? Questo non lo so. So che lui è l’unica speranza che ha il Movimento di risorgere. Alessandro – continua il giornalista – dovrebbe ottenere la guida del partito e portarlo fuori da questa alleanza con il Pd, facendo cadere il governo. Ma questa è una cosa che non si realizzerà mai, perché ci sono i gruppi parlamentari che non vogliono perdere il posto. Il Movimento è destinato a scomparire nel Pd. Lo vedremo già alle prossime Regionali”.

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A proposito delle prossime regionali previste entro l’anno, Paragone è sicuro: “Sono certo che si alleerà con il Pd in Veneto. L’alternativa sarebbe il non presentarsi, per evitare una figura come quella fatta in Emilia Romagna. Ma se non si presenta, vuol dire che si arrende al fatto di non essere riuscito a creare un rapporto con il tessuto produttivo del Paese. E se sei al governo – chiude Paragone – per di più con un capo politico che è stato anche ministro dello Sviluppo, allora le colpe sono doppie”. Poi, l’ardua sentenza: “M5s è morto, sono degli incapaci capricciosi”.

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