L’Emilia Romagna Eè stata il vero cuore della sfida delle regionali e sul risultato della regione rossa si sono concentrati i commenti dei big. “Sono contento di avere potuto giocarmela nella terra della sinistra” – ha detto Salvini.
Salvini, Borgonzoni e la Lega hanno perso le elezioni regionali in Emilia Romagna, ma il leader del Carroccio è contento lo stesso, perchè almeno per una volta lo strapotere della sinistra in quella regione, è stato messo in discussione proprio da lui e la sua candidata. “Avere avuto una partita aperta in Emilia Romagna – ha detto Matteo Salvini – per me è un’emozione, dopo settant’anni per la prima volta c’è stata una partita”. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa a Bologna, subito dopo lo spoglio. Il leader della Lega ha parlato al comitato elettorale di Lucia Borgonzoni, che ha il suo quartier generale all’hotel Centergross di Bentivoglio, a circa 10 chilometri da Bologna.
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La conquista di Roma passando per l’Emilia-Romagna non è quindi riuscita a Matteo Salvini, anche l’occasione era ghiotta visti i tentennamenti del Governo e del Pd. Il leader leghista si è presentato nel comitato elettorale poco prima della chiusura delle urne e ha deciso di parlare per primo: alle 23,30, quando ancora exit poll e prime proiezioni sembravano dare un testa a testa che di fatto non c’è mai stato: ha esultato per la vittoria di Jole Santelli in Calabria e ha “ringraziato per la partecipazione”. Quando poi tre ore dopo sono arrivati i primi risultati reali però, a commentare il voto è stata mandata la candidata Lucia Borgonzoni: “Per la prima volta la Regione è stata contendibile” – ha detto la mancata governatrice.
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La Lega ha perso voti rispetto alle scorse Europee (33,8%) e addirittura, nonostante tutti i sondaggi dicessero il contrario, non ha superato il Partito Democratico (anche se per pochi voti): si è fermata al 31,8 per cento contro il 32,8 dei democratici. Solo Piacenza, Ferrara e Rimini le province dove Borgonzoni è avanti. La candidata presidente ha preso meno voti della coalizione, segno che qualcuno anche a destra ha scelto il voto disgiunto.