Berlusconi: “Se la democrazia ha un senso, subito al voto”

La vittoria in Calabria regala nuova energia anche a Silvio Berlusconi e a Forza Italia, che con il 12,5% è il secondo partito dopo il PD. Pessima invece la performance in Emilia Romagna: il partito dell’ex premier è al 2,5%.

Si apre una fase nuova, nella quale, se la parola democrazia ha un senso, si dovrà cambiare il governo e restituire la parola gli italiani nei tempi più brevi possibili“: Silvio Berlusconi è soddisfatto, la vittoria in Calabria di Jole Santelli restituisce a lui e a Forza Italia una maggiore rilevanza all’interno del centro destra.

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Con il 12,5% il partito dell’ex premier è infatti il secondo assoluto in Calabria dopo il PD, il primo all’interno della coalizione che ha portato la Santelli a vincere. Molto peggio il risultato in Emilia Romagna, dove Forza Italia raccoglie solo il 2,5%: ma il voto di centrodestra è stato fagocitato dalla Lega e, in misura molto minore, da Fratelli d’Italia (8,6%). Ma si sa, in politica ci si concentra sul risultato migliore, e Silvio Berlusconi si esprime da vincitore: “Per quanto ci riguarda, con questo risultato elettorale Forza Italia certifica il radicamento diffuso e il ruolo insostituibile, come unica espressione nel panorama politico della tradizione liberale, della tradizione cattolica, della tradizione garantista. Forza Jole! Forza Calabria! Forza Italia!” ha dichiarato questa notte, in collegamento telefonico con la sede del comitato elettorale della Santelli.

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Silvio Berlusconi e la neo eletta presidente della Calabria Jole SantelliBerlusconi si è soffermato anche sulle elezioni in Emilia Romagna, parlando questa volta a nome della coalizione: “Si può affermare che abbiamo conseguito una vittoria culturale: aver costretto il Pd in questa regione ad una dura sfida significa che la politica italiana è davvero cambiata e la sinistra non riesce più a intercettare e a parlare neppure al tradizionale blocco sociale di riferimento“, ha commentato. L’ultima battuta è dedicata al Movimento 5 Stelle: “I numeri attualmente a disposizione sono impietosi e li condannano all’irrilevanza a riprova del loro fallimento nelle politiche dei governi nazionali“.

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