Governo, il voto in Emilia Romagna fa paura: ecco come potrebbe saltare tutto

Non solo il timore di una sconfitta, ma anche la difficoltà di tenere a bada le “fronde interne”: da Renzi a Di Maio, arrivando allo stesso Pd. Per Conte in arrivo giornate difficili: a prescindere dal voto.

Giuseppe Conte e Matteo Renzi

Vigilia tesissima per il governo: il voto in Emilia Romagna – a seconda di come andrà – potrebbe scatenare un vero terremoto. Non solo in caso di sconfitta: perchè all’interno della maggioranza la tensione è, al solito, altissima. Ogni componente ha le sue esigenze, e stringe d’assedio l’esecutivo. Certo, non un buon metodo per aspettare una votazione comunque decisiva come le regionali in Emilia.

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Italia Viva pare che abbia adottato una strategia che appare – in realtà – poco comprensibile, e che il quotidiano La Repubblica in un approfondimento definisce bene: “Martellamento”. Pare che l’input arrivi direttamente da Matteo Renzi. Il “piano” partirebbe dal 27 mattina e via a seguire. L’idea è quella di – letteralmente – «martellare» Giuseppe Conte, sia in caso di vittoria che di sconfitta alle regionali in Emilia Romagna. Perchè? Per mandarlo via, e proporre una nuova figura. In che modo? Indicando una personalità tutto sommato “morbida” come Dario Franceschini, oppure addirittura invocando una nuova maggioranza, che comprenda anche Forza Italia. Chissà.

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Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio

Magari le dimissioni di Di Maio da capo politico del Movimento 5 Stelle potrebbero essere lette in questo senso: cambiamento, nuovi schemi, nuove strategie. Un progetto che appare a molti destabilizzante, in realtà. E poco chiaro: nè i ministri nè lo stesso Pd probabilmente hanno capito dove vuole arrivare Renzi. Conte si dice fiducioso, ma la situazione è complicata: nemmeno in sondaggi tranquillizzano, anzi. Dario Franceschini prova a tenere calmi ministri e sottosegretari, ma il primo a non essere calmo sembra essere il candidato di centrosinistra Stefano Bonaccini. Come spiega La Repubblica, starebbe ripetendo da tempo un concetto che esprime bene la situazione: “Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, abbiamo governato bene, ma per vincere servirà comunque un salto mortale”. Vale per lui, e vale anche e sopratutto per Giuseppe Conte che, in caso di sconfitta, non avrà solo da ribattere agli attacchi della Lega e di fratelli d’Italia.  Ma dovrà anche tenere a bada Renzi, Di Maio e gestire il Pd: anche Nicola Zingaretti infatti si muove sul filo del rasoio.  In caso di sconfitta, il segretario rischia di saltare. Sarà per questo che ha blindato il governo: “Nessuno si sogni una crisi per due regioni”.

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