Il procuratore nazionale Antimafia ritiene cruciale questo passaggio per la democrazia. “In passato si è operato per coprire stragi in danno dello Stato”, dichiara De Raho.
Arriva un monito importante da parte di Federico Cafiero De Raho. Il procuratore nazionale Antimafia è intervenuto stamani durante un incontro, svoltosi al Teatro Mercadante di Napoli. E nel corso di questo convegno, dal titolo “Le masso- mafie nell’età contemporanea”, ha fatto capire l’importanza di fare chiarezza su alcuni aspetti del nostro Paese. In primis l’eventuale esistenza di un patto tra lo Stato e le mafie. Qualcosa di inaccettabile, stando a sentire le parole di De Raho.
“Il patto Stato-mafie è un patto su cui bisogna svolgere tutti gli approfondimenti necessari – ha dichiarato De Raho – . In determinati momenti ci sono stati depistaggi e deviazioni da parte di quei servizi paralleli e illegali che hanno operato per coprire stragi in danno della collettività e dello Stato. È là che si deve trovare la verità perché fino a quando non si troveranno quelle verità non si potrà recuperare a pieno la nostra democrazia“. Dunque l’attacco da parte del procuratore nazionale Antimafia è diretto e ben circostanziato.
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De Raho: “No a depistaggi e patti segreti”
Attaccare chi depista e copre i criminali per restituire la democrazia al popolo italiano. Questo è il mantra espresso da De Raho in maniera forte e accorata. “Credo che nel mondo di oggi parlare di associazioni segrete è di per sé contrario alla nostra Costituzione. Una cosa è esercitare liberamente il proprio pensiero e altra cosa è muoversi stringendo patti segreti, nascondendo i nomi, che poi finiscono per costituire la base anche per deviazioni di quelli che possono essere degli obiettivi apparentemente legali“.
Il procuratore nazionale Antimafia prosegue nella sua invettiva, parlando dei modi per contrastare questo fenomeno. A suo parere, tutto deve nascere da chi applica le leggi e poi giudica l’operato degli uomini. “Il legislatore dovrebbe probabilmente affrontare il tema, riconoscere le basi di libertà che la nostra Costituzione pone. Poi deve valutare se effettivamente in democrazia sia ancora possibile parlare di associazioni segrete o se invece le associazioni debbano essere tutte trasparenti e facilmente raggiungibili nella loro composizione, conoscibili e aperte anche al confronto nella loro attività come negli obiettivi che si pongono“.