Coronavirus, parla Burioni: “C’è una pessima notizia”

Il noto virologo, in un post su Facebook, interviene nel dibattito sul coronavirus cinese. Invita alla calma, ma commenta una notizia che spaventa: il morbo può essere diffuso da pazienti senza sintomi.

Il virologo Roberto Burioni

Roberto Burioni fa il virologo, e negli ultimi anni si è ritagliato un ruolo importante come riferimento anche mediatico rispetto tematiche mediche e scientifiche. Attraverso il suo sito “Medical Facts” e le sue pagine sui social il medico sta aggiornando la situazione rispetto la diffusione del virus, commentando “da medico” le novità.

Tra gli ultimi post, ce n’è uno che fa venire i brividi: “La notizia che ritengo essere la più brutta di tutte, arriva da un articolo pubblicato ieri su TheLancet. Ma proprio brutta” scrive Burioni. “Sembra possibile l’esistenza di pazienti asintomatici, che stanno bene, non hanno febbre, ma possono diffondere il coronavirus. Il che significa che la misurazione della temperatura agli aeroporti potrebbe non essere sufficiente per bloccare la diffusione della malattia. La lotta contro quest’infezione sarà più difficile del previsto” conclude. Ma, secondo il virologo, abbiamo comunque un vantaggio: “Abbiamo la possibilità di fare la diagnosi. Dobbiamo esser in grado di farla nel più breve tempo possibile e in tutto il Paese, e sfruttare questo vantaggio che abbiamo nei confronti di questo temibile virus” spiega il medico.

Burioni poi offre anche uno spunto interessante: “Non è improbabile che, prima o poi, arrivi anche in Italia e dobbiamo farci trovare pronti. Le istituzioni si stanno muovendo in maniera adeguata. Se fossi a capo del dicastero una cosa la farei subito ed è questa: allestirei una linea telefonica di emergenza dedicata a chi può avere contratto il coronavirus cinese, cioè persone che sono state da poco in Cina e che non si sentono bene” spiega. “Chi sta male non dovrebbe andare in ospedale o dal proprio medico, come accade ora. Infatti, dal medico o  al pronto soccorso può contagiare altre cento persone e questo sarebbe una catastrofe. Il sospetto caso di coronavirus dovrebbe invece rimanere chiuso in casa (in una stanza diversa da quella dei familiari), e un team di sanitari dovrebbe andare a domicilio a visitare il paziente e a prelevare il campione da analizzare nel più breve tempo possibile”.

Controlli antivirus a Wuhan

Per Burioni le istituzioni mediche mondiali hanno sottovalutato la questione, forse per decisione “politica”. Intanto, la prima cosa da fare è una: “Non andare in Cina”.

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