È morto all’età di 77 anni il mitico Terry Jones, fondatore dello storico gruppo comico dei Monty Python. Lo ricordiamo attraverso cinque film.
Terry Jones non era “solo” uno dei fondatori del gruppo comico più famoso della storia televisiva e cinematografica mondiale (“i Beatles della commedia” li definirono alcuni), ma anche un rispettato accademico e medievalista. La passione per quel periodo storico, attraverso il quale metteva in scena l’assurdità e la ferocia del presente, emerge in molti dei lavori da regista di Jones. Ecco cinque film per ricordarlo.
Monty Python e il Sacro Graal
Girato in meno di sei settimane con un minuscolo budget messo insieme grazie anche al contributo di rock band come Led Zeppelin, Pink Floyd e Jethro Tull, Monty Python e il Sacro Graal fu diretto da Terry Jones affiancato dall’allora fumettista e animatore Terry Gilliam. Ispirandosi al cinema di Pier Paolo Pasolini, il film cercava di ricreare, per dirla con le parole degli stessi creatori, “il tempo, lo spazio e la sporcizia”. Jones si occupò della direzione degli attori e Gilliam dei movimenti di macchina. Uno sforzo collettivo che si tradusse in uno dei film più divertenti (e allo stesso tempo colti e raffinati) del gruppo comico inglese.
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Monty Python – Il senso della vita
Per ammissione dello stesso Terry Jones, il film del 1983, quarto lungometraggio dei Monty Python, è quello che contiene “alcune delle cose migliori dell’intero corpus comico prodotto dal gruppo”. Nonostante Jones considerasse Brian di Nazareth il film più compiuto e riuscito dei Monty Python, Il senso della vita è forse quello che il comico e regista inglese sentiva più suo, dal momento che ne seguì le fase finali di realizzazione quasi in completa solitudine. Il film consisteva in una serie di sketch comici sui diversi momenti della vita, nello stile degli sketch della serie televisiva Flying Circus, e si aggiudicò il Grand Prix Speciale della Giuria al 36esimo Festival di Cannes.
Labyrinth – Dove tutto è possibile
In pochissimi sanno che la sceneggiatura del cult del 1986 diretto da Jim Henson fu scritta proprio da Terry Jones. Henson, già famosissimo per essere il creatore dei Muppets, venne aiutato da Brian Froud per gli aspetti visivi del film e dall’autore di libri per ragazzi Dennis Lee per la storia, sceneggiata poi dal fondatore dei Monty Python (sceneggiatura che divenne anche un romanzo). Quindi è anche merito di Terry Jones se oggi celebriamo Jareth il re dei Goblin, interpretato da David Bowie, come uno dei personaggi più iconici della storia del cinema per ragazzi.
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Il vento nei salici
Dopo aver scritto libri per bambini come The Curse of the Vampire’s Socks (1988) e The Beast with a Thousand Teeth (1993), Terry Jones adattò per il cinema uno dei suoi romanzi preferiti da giovane: Il vento tra i salici di Kenneth Grahame, pubblicato per la prima volta nel 1908. Sfruttando il suo proverbiale gusto per l’assurdo e ritagliandosi per sé il ruolo di Toad, accanto a Rat di Eric Idle e Mole di Steve Coogan, Jones utilizzò un film destinato ad un pubblico giovane per assestare colpi al sistema di welfare inglese e alla smania di ricchezza imposta dal capitalismo.
Erik il vichingo
Un film spesso dimenticato nella filmografia di Terry Jones e invece uno di quelli che meglio rappresenta l’umorismo di quello che veniva definito “l’intellettuale dei Monty Python”. Oltre ad essere un film demenziale come pochi, Erik il vichingo è anche uno dei film inglesi che meglio tratta la materia della mitologia norrena, rispettandone la tradizione e i valori fondamentali. Solo uno studioso (e comico) come Terry Jones poteva riuscirci.