Il magnate svizzero imputato per 392 italiani morti di amianto: “Italia, Paese fallito”

Stephan Schmidheiny oggi attende la sentenza nel processo che lo vede imputato per omicidio volontario di 392 casalesi morti di amianto.

E’ attesa per il 24 gennaio la sentenza contro il magnate svizzero – meteoweek

Il magnate svizzero, Stephan Schmidheiny, è a tutti gli effetti considerato l’ultimo responsabile della gestione Eternit in Italia e presto dovrà rispondere di omicidio volontario di 392 casalesi morti di amianto. In attesa della sentenza prevista per oggi, in cui spera in un proscioglimento, ha fatto sapere il suo punto di vista sul Paese.

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L’intervista di Schmidheiny: “L’Italia uno Stato fallito, non vedrò la prigione” – meteoweek

 Schmidheiny a dicembre al giornale elvetico Nzz am Sonntag ha fatto affermazioni molto dure, poi riprese dal quindicinale «Area Unia» di Lugano: «Quando oggi penso all’Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito. Non ho intenzione di vedere una prigione italiana dall’interno. Alla fine il mio comportamento sarà giudicato correttamente e un giorno verrò assolto». Ha poi aggiunto: «Ho capito che mi sarei dovuto occupare della mia igiene mentale per non lasciarmi abbattere da tutti questi incredibili attacchi. Mi sono reso conto di provare dentro di me un odio per gli italiani e che io sono il solo a soffrire per questo».

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L’imprenditore è già stato condannato a 4 anni per omicidio colposo in relazione al decesso di due ex lavoratori di Cavagnolo – meteoweek

Il gup Fabrizio Filice dovrà dunque decidere se mandare a processo Schmidheiny per omicidio doloso, così come chiesto dai pm, cambiare il capo d’imputazione in colposo, oppure se proscioglierlo, come invocato dai difensori Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva. Se il capo d’accusa contestato a Schmidheiny dovesse essere quello per omicidio volontario, come richiesto dalla Procura, il processo si svolgerà in Corte d’Assise, a Novara, e i familiari delle vittime di amianto avranno ancora qualche speranza di vedere condannato l’imprenditore. La speranza è riposta nell’attesa.

Alessia Cornali

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