Per la vicepresidente della Huawei è battaglia giudiziaria: gli Usa vogliono l’estradizione

Canada: è terminata la prima fase del processo per l’estradizione di Meng Wanzhou, vicepresidente della Huawei arrestata in Canada per frode e per aver violato l’embargo all’Iran. Gli Stati Uniti la vogliono, ma il giudice prendi tempo.

Quattro giorni: tanto è durata la prima parte del processo a Meng Wanzhou. I giudici canadesi devono decidere sull’estradizione della vicepresidente della Huawei negli Stati Uniti per i reati di frode fiscale e violazione dell’embargo contro l’Iran imposto dagli stessi americani. La difesa della donna d’affari cinese, che è figlia del fondatore della Huawei, sostiene che Weng debba essere giudicata in Canada: l’estradizione quindi non deve essere concessa.

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Inoltre al momento dell’arresto di Meng il Canada non aveva votato alcuna sanzione nei confronti dell’Iran: per la legge canadese dunque la donna potrebbe non aver commesso alcun reato. Il procuratore canadese invece ritiene che la donna abbia sicuramente commesso un reato di frode, mentendo ad una banca per avere dei finanziamenti. “Rischio di pregiudizio economico”: questo – per la procura – potrebbe essere il reato. Che costerebbe a Meng Wanzhou l’estradizione.

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Un braccio di ferro che non terminerà adesso: il giudice infatti si è riservato di decidere più in là. Si attende una decisione prima del 27 aprile, data in cui Meng dovrà fornire le prove dell’irregolarità del suo arresto. Il caso dell’arresto di Meng Wanzhou e della richiesta della sua estradizione da parte degli Stati Uniti è in realtà un caso più politico che giudiziario. Gli USA stanno portando avanti un braccio di ferro commerciale con la Cina che – tra dazi ed accordi – va avanti da anni. Un campo di battaglia particolarmente “caldo” è quello delle tecnologie e della comunicazione: Donald Trump ed il suo staff hanno spesso accusato Huawei ed altre aziende cinesi di fornire informazioni riservate al governo di Pechino.

Manifestazione a sostegno di Meng Wanzhou

Bisognerà quindi aspettare ancora forse qualche settimana, al massimo qualche mese per capire come andrà a finire la vicenda giudiziaria di Meng Wanzhou: sempre che le pressioni politiche degli Stati Uniti nei confronti del Canada non aumentino di intensità.

 

Alessio Ramaccioni

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