Aggredisce la moglie e violenta la figlia. Non una sola volta, è la storia di una lunga agonia vissuta da una donna albanese e dalla sua bambina.
L’ennesimo caso di violenza di genere arriva da Arezzo, dove un padre ha per anni aggredito e percosso le donne di casa.
I fatti
Una storia che fa gelare il sangue. Aggrediva, minacciava e picchiava la moglie e violentava la figlia minorenne: è durato anni l’inferno di una donna albanese e della sua bambina. Alla fine, la donna 50enne ha trovato il coraggio di separarsi dal marito violento e di sporgere querela contro di lui. Al termine delle indagini, i carabinieri della compagnia di Sansepolcro hanno denunciato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata un 57enne albanese, operaio ora disoccupato, residente da anni nel comune biturgense.
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L’attività investigativa svolta da militari ha consentito di accertare che l’uomo, riferisce l’Arma, “ha posto in essere ai danni della moglie reiterati comportamenti vessatori, violenti ed aggressivi, consistiti in ingiurie, minacce, molestie, aggressioni verbali, tali da arrecare sofferenze fisiche e morali”. Questi comportamenti violenti sono stati più frequenti negli ultimi periodi, in particolare a seguito della richiesta di separazione da parte della donna che ha deciso di porre fine al loro legame e di subire soprusi.
Nel corso della ricostruzione dei fatti è emerso “in tutta la sua gravità il disagio sociale vissuto dall’intera famiglia”, sottolineano i carabinieri: sentita dai militari, la donna ha anche denunciato episodi di molestie sessuali compiute dal marito nei confronti della figlia all’epoca minorenne. La donna, non avrebbe mai denunciato i fatti perchè timorosa di eventuali ritorsioni da parte del coniuge.
I dati sulla violenza di genere
Secondo i dati diffusi il 20 novembre 2019 dal rapporto “Femminicidio e violenza di genere in Italia” della La Banca Dati EURES pubblicati su Il Sole 24 Ore, la violenza di genere non cala.
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Nel 2018 sono stati 142 i femminicidi (+ 0,7% sull’anno precedente), di cui 78 per mano di partner o ex partner. L’85% dei femminicidi infatti avviene in famiglia, anche se nella metà dei casi a uccidere sono altri familiari. Nel 28% dei casi “noti”, le donne uccise avevano subito precedenti maltrattamenti spesso note a terze persone.
Nel complesso i femminicidi seguono un trend diverso da quello dell’insieme degli omicidi commessi in Italia, che sono in forte calo anno dopo anno. Sono 352 gli omicidi volontari nel 2018, contro i 1219 del 1983 e i 502 del 2013. Le armi da fuoco sono il mezzo più utilizzato (32,4% dei casi), il 23% delle donne è stata uccisa con arma da taglio e un altro 23% a mani nude.