Il pericolo del virus che sta imperversando per le strade della Cina potrebbe presto arrivare in Europa.
I pericoli
Le vittime del coronavirus in Cina sono salite a 25 mentre i casi di contagio sono 616. Nel frattempo i virologi di Pechino avrebbero identificato come il virus 2019-nCoV sia arrivato all’uomo. Ci sarebbe stata una prima trasmissione dai pipistrelli per poi passare ai serpenti. Intanto una seconda città cinese, Huanggang, è stata messa in quarantena: si trova a circa 60 km da Wuhan, ritenuta il focolaio del virus.
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Per evitare che il virus possa propagarsi ancora, la città di Pechino ha annullato i festeggiamenti per il Capodanno cinese. Stessa decisione è stata presa da Macao. A Ezhou, città con più di un milione di abitanti nella regione dello Hubei, le autorità hanno bloccato “temporaneamente” il traffico dei treni.
Le parole degli esperti
“Per quanto ci sia stata una risposta tempestiva e siano state previste misure di contenimento anche rigide, con la globalizzazione, la diffusione del commercio internazionale, dei viaggi e del turismo, è possibile che il virus arrivi anche in Europa. Ricordiamoci che la trasmissione è per via aerea”. A dirlo Guido Antonelli, virologo e professore ordinario di Microbiologia alla Sapienza di Roma, in una intervista a ‘Il Messaggero’.
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“Abbiamo imparato tanto dalla Sars e dalla Mers – prosegue – tuttavia essendo un virus a trasmissione aerea che può essere limitato solo con misure estremamente rigide, la situazione potrebbe essere molto preoccupante”. Per l’esperto, comunque, “nel tentare di definire il tasso di letalità di questo coronavirus rischiamo di arrivare a una conclusione sbagliata perché uno dei fattori, il numero delle persone infette, non è certo e forse è sottodimensionato. Di certo la mortalità c’è, significa che è patogeno. Il virus della Sars probabilmente lo era di più e colpiva categorie diverse, soprattutto giovani adulti”.
Come si è propagato?
A indicare il passaggio del virus dai pipistrelli ai serpenti e da questi all’uomo è un’analisi genetica (condotta su campioni provenienti da diverse specie ospiti e da diverse località della Cina) pubblicata sul Journal of Medical Virology da Wei Ji, Wei Wang, Xiaofang Zhao, Junjie Zai, e Xingguang Li, delle università di Pechino e Guangxi.
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Secondo i ricercatori, come è accaduto in passato con i virus dell’influenza aviaria e con la Sars, la responsabilità sarebbe dei mercati di animali vivi, molto comuni in Cina, dove accanto agli animali allevati nelle fattorie e ai pesci si vendono animali selvatici, come serpenti e pipistrelli. “I risultati della nostra analisi evoluzionistica – scrivono gli studiosi – suggeriscono per la prima volta che il serpente è il più probabile animale selvatico serbatoio del virus 2019-nCoV”,