Salvini e le Sardine parlano alla loro gente a pochi metri di distanza l’uno dalle altre. Il movimento antagonista della Lega vince la guerra dei numeri. “Il bene dei bambini dovrebbe unire tutti” – il proclama di Salvini.
Forse ha voluto ‘ammorbidire” la netta sconfitta dei numeri, forse ha lanciato un messaggio alle Sardine più per ammonirli che invitarli a calmarsi. Oggi Salvini era a Bibbiano nella piazza principale con un migliaio di seguaci. Pochi metri più in là le Sardine festeggiavano con seimila partecipanti. Ma spenti i riflettori sulle piazze, si cerca di portare un pò di calma in un clima politico già abbastanza rovente. “Bambini vittime della fame di denaro” – è stato il messaggio più forte del leader leghista.
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“Dispiace che a qualche metro di distanza da qui ci sia qualcuno pronto a fare polemica: il bene dei bambini dovrebbe unire tutti. La politica non dovrebbe dividersi su questo”. Lo ha detto Matteo Salvini dal palco della manifestazione elettorale di Bibbiano (Reggio Emilia), rivolgendosi ovviamente alle Sardine che hanno organizzato una contromanifestazione. Con Salvini c’era anche la mamma del piccolo Tommy. “Stasera è una serata senza simboli e per unire tutte le persone per bene, non è di partito. Quando ci sono di mezzo i bambini dovremmo essere tutti d’accordo” – l’inizio soft del leader della Lega. Ma subito dopo torna ad essere il gladiatore di sempre e lancia una freccia velenosa alle Sardine. “Parleranno quattro o cinque genitori, ma i casi sono centinaia in tutta Italia. Dispiace che ci sia qualcuno pronto a fare polemica: la politica non dovrebbe dividersi su questo. Ci sono oltre 26 mila bimbi lontani – conclude – spesso per motivi giustificati. Ma se ce ne fosse solo uno lontano da mamma e papà senza motivo allora è dovere di un popolo civile riportarlo a casa. Viva le mamme e i papà di Bibbiano, in alcuni casi sono stati vittime della fame di denaro”.
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Tanti gli slogan della piazza: “Giù le mani dai bambini” “Comunisti ladri di bambini” “No ai bimbi strappati”. Poi hanno portato la loro testimonianza alcuni genitori che hanno raccontato la loro esperienza con i servizi sociali. Per ultima Paola Pellinghelli, la mamma di Tommaso Onofri, il piccolo rapito e ucciso nel 2006, che ha raccontato: “Dopo 14 anni di carcere la carceriera di mio figlio è uscita per un permesso premio, scontati due terzi della pena. Mi auguravo che giudice non li concedesse”.
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