Antonella Conserva è stata condannata a 24 anni di carcere per il rapimento del piccolo Tommaso Onofri: era il 2006, e la vicenda sconvolse tutta l’Italia. Tommy fu ucciso da Mario Alessi, ai tempi il compagno della Conserva.
Un “permesso premio”, e quindi la possibilità di godere di un poco di libertà, è stato concesso ad Antonella Conserva, la donna che partecipò nel 2006 al rapimento del piccolo Tommaso Onofri, noto all’opinione pubblica come “Tommy”.
Leggi anche ->Renzi e dimissioni Di Maio: “i grillini hanno iniziato una inesorabile discesa”
Il bimbo aveva appena 18 mesi quando fu ucciso, la sera del 2 marzo 2006, dopo essere stato sequestrato dalla casa di famiglia vicino a Parma. Antonella Conserva, oggi 47 anni, faceva parte del piano organizzato dal compagno di allora, Mario Alessi, che è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio del bambino. Con loro anche Salvatore Raimondi, che si è preso 20 anni per sequestro di persona. La banda di rapitori voleva ottenere un riscatto importante, 5 milioni di euro. La Conserva, che recentemente è stata trasferita dal carcere di Verona a quello di Bollate, ha passato in carcere 14 anni dei 24 anni totali a cui è stata condannata. Ed ora è fuori, in permesso premio.
Leggi qui ->“Non sono uno spacciatore!”: il ragazzo a cui Salvini ha citofonato non ci sta
La notizia è stata accolta con sofferenza da Paola Pellinghelli, la mamma di Tommy. “Queste leggi devono cambiare, situazioni del genere non devono essere permesse: non solo per me, ma per tante altre vittime. I veri carcerati siamo noi parenti delle vittime. Il nostro è un fine pena mai” ha dichiarato, scossa, nel corso di una intervista. “Prevedevo che sarebbe accaduto, però non pensavo che la vita di mio figlio valesse così poco” ha aggiunto con amarezza la donna. “Antonella Conserva deve fare i conti con la propria coscienza, altro che permessi”.
La famiglia di Tommy ha provato ad andare avanti, come spiega Paola Pellinghelli: “Io in qualche modo dovevo sopravvivere, per cui queste persone sono uscite completamente dalla mia vita, ma la mancanza di Tommy sono 14 anni che ogni giorno si fa sentire”. Il racconto di come la famiglia è uscita da quella tragedia è straziante: “Ai detenuti è garantito lo psicologo gratis, io invece per non morire di dolore la psicoterapia me la sono dovuta pagare. E anche mio figlio Sebastiano, che ha 22 anni, ha avuto bisogno di un supporto. Sei anni fa è mancato mio marito, stroncato dal dolore”. La legge consente alla Conserva, dopo i 14 anni trascorsi carcere, fino a 45 giorni di permesso premio ogni anno.