Annunciata a sorpresa dal network HBO ma ancora avvolta nel mistero, la serie tratta da Parasite, successo del regista coreano Bong Joon-ho, non sarà un semplice adattamento televisivo.
La serie di Parasite permetterà di conoscere tutti quegli avvenimenti che nel film non sono stati mostrati, molti dei quali comunque già immaginati da Bong Joon-ho ma rimasti fuori dal lungometraggio per ragioni di durata ed esigenze narrative. Anche per questo motivo, il regista del film candidato adesso a ben sei premi Oscar (tra cui miglior film, regia e sceneggiatura, segnando un record per l’industria cinematografica coreana) ha deciso di accettare l’offerta di HBO.
Parasite, cosa sappiamo della serie tv
Bong Joon-ho ha infatti spiegato durante una intervista rilasciata per il sito The Hollywood Reporter: “Con il cinema sei confinato in una durata di due ore. Ma ci sono così tante storie ancora da raccontare su Parasite, addirittura cose che potrebbero essere accadute tra le varie scene del film e che invece non sono state mostrate. Avrei voluto utilizzare tutte le mie idee liberamente in un film di cinque o sei ore”.
Il riferimento a cui sembra guardare Bong Joon-ho è quello del monumentale Fanny e Alexander di Bergman, di cui esistono due versioni: una cinematografica e una televisiva, molto più lunga, che espande e approfondisce quella passata regolarmente nelle sale cinematografiche. Quindi, se si dovesse effettivamente scegliere di seguire questa strada, tornerà il cast (fenomenale) del film, premiato a sorpresa durante i Sag Awards.
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Parasite, il precedente di Fanny e Alexander
Proprio a proposito della mancata nomination agli Oscar dell’attore Song Kang-ho (capofamiglia in Parasite e volto iconico del cinema sudcoreano, nonché storico attore feticcio di Bong Joon-ho, da Memories of Murder a The Host), il regista ha espresso tutto il suo rammarico: “Tutti pensavamo che Song Kang-ho sarebbe stato nominato come miglior attore non protagonista e non vedere il suo nome ci ha un po’ delusi. Nonostante ciò sono molto contento di tutti i riconoscimenti ottenuti dal film. È molto gratificante. Ho incontrato Martin Scorsese tre volte nel giro di quattro giorni. Sicuramente non è qualcosa che succede spesso nella vita”.
Quella di Parasite, proprio per rispettare il riferimento a Fanny e Alexander, non sarà quindi una serie tv destinata (almeno per ora) ad essere continuamente allungata con nuove stagioni, ma una miniserie che approfondisca gli avvenimenti del film. Ad affiancare Bong Joon-ho come produttore esecutivo ci sarà Adam McKay, regista e sceneggiatore di film satirici ma politicamente militanti come La Grande Scommessa e Vice. McKay sembra effettivamente la scelta adatta per conservare l’ironia del film originale e allo stesso tempo rendere ancora più appetibile al pubblico generalista americano il materiale di partenza.
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Parasite, un modello infinitamente replicabile
Nonostante non ci siano notizie riguardo ad eventuali “remake” esteri del film, quello creato da Bong Joon-ho è un modello cinematografico perfetto per essere replicato anche in altri Paesi e modificato di volta in volta in base alla sensibilità di chi ne cura l’adattamento.
Considerando la prima metà del film, che deve tantissimo alla commedia all’italiana di Scola e Monicelli, quella fatta di piccinerie, imbrogli ed equivoci, sarebbe interessante vedere prima o poi una versione nostrana di Parasite, ambientata in un contesto politico-sociale altrettanto complesso.