Clamorosa azione mediatica di Matteo Salvini, sempre più protagonista della campagna elettorale in Emilia Romagna:il tutto in diretta Facebook, con un evidente disinteresse alla privacy delle persone coinvolte.
“Mi scusi, ma è vero che lei spaccia nel quartiere?”: la domanda arriva attraverso il citofono, e a porla è Matteo Salvini. Siamo a Bologna, in periferia,zona Pilastro. Il leader della Lega è impegnato in una delle ultime tappe della campagna elettorale che lui sta portando avanti a sostegno (e quasi al posto) della candidata di centrodestra Lucia Borgonzoni.
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Seguendo le indicazioni di una signora che vive in zona, Salvini va a citofonare a casa di alcune persone indicate come “presunti spacciatori”. Il tutto in diretta su Facebook, dichiarando i nomi di queste persone ed indicando la palazzina ed il portone nel quale abitano. Seguendo le indicazioni della donna suona al citofono di una famiglia che è di origine tunisina. La signora esprime chiaramente il cognome riportato sul citofono, Salvini suona, dichiara di nuovo il nome chiedendo “questo è lo spacciatore?”.
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Al citofono risponde un uomo. Salvini parla: “Buonasera. Lei è al primo piano? Ci può far entrare cortesemente? Perché ci hanno segnalato una cosa sgradevole e volevano che lei la smentisse, ci hanno detto che da lei parte lo spaccio del quartiere. Ce l’han detto dei cittadini. E’ giusto o sbagliato?”. Il nome di queste persone è espresso e ripetuto, a dispetto di ogni rispetto della privacy. L’uomo dall’altra parte del microfono attacca il citofono. La signora continua a raccontare, e raccontando fa nomi, dice che lo spacciatore è il figlio, a volte anche il padre. Salvini citofona ancora: “Io volevo entrare da lei. Voglio riabilitare il buon nome della sua famiglia, perché c’è qualcuno che dice che lei e suo figlio spacciate”. Dall’altra parte una voce non ben definita risponde che il padre non c’è perché è a lavorare. La comunicazione si interrompe di nuovo. Matteo Salvini inizia ad essere oggetto di contestazioni: “vergogna” e “imbecille” sono le offese che gli arrivano addosso da alcuni dei residenti, che se la prendono anche con la signora che suggerisce al leader della lega il nome ed il cognome dei presunti spacciatori.
“C’è una denuncia che ha fatto la signora ed è nostra intenzione seguirla. Ho citofonato a un signore che è stato segnalato come presunto spacciatore per chiedergli se spaccia o se non spaccia, ma mi ha detto che in casa non c’era nessuno. A che titolo l’ho fatto? In qualità di cittadino” spiega poi lo stesso Salvini ai giornalisti, presenti in massa.
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