Gradimento, è Sala il nome a sinistra. Cdx saldamente in testa

Il sondaggio di Ipsos inquadra il panorama politico italiano: a sinistra vola Beppe Sala, Azione di Calenda meglio di Renzi e Forza Italia crolla a beneficio di Meloni. 

Il leader del centrosinistra ha forse un nome e cognome? Se lo chiedete ai milanesi certamente vi diranno delle generalità diverse da quelle di Beppe Sala, nessuno nel capoluogo meneghino vorrebbe perdere il primo cittadino. Nemmeno per mandarlo a Roma.

L’apprezzamento verso Beppe Sala, il sindaco sempre in crescita

Se è vero che amministrative e politiche sono due partite diverse, è altresì vero che si intersecano continuamente e che sono destinati a influenzare decisioni e candidature. A partire dal sindaco Beppe Sala che in più occasioni si è detto propenso a ricandidarsi anche se non ha chiuso la porta ad altri incarichi. Quello di candidato alla presidenza del Consiglio in quota dem, per esempio. Il messaggio che gli arriva dai milanesi intervistati da Ipsos è chiaro però. Sala si ricandidi e resti a Milano. Lo articolano in tutte le salse.

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Prima promuovendo con il 69 per cento dei voti il suo operato, un risultato simile a fine mandato si è visto solo a Bari con Antonio Decaro. Un’escalation impressionante per un primo cittadino arrivato quasi a scadenza di mandato e passato dal 58 del 2018, al 63 dell’anno scorso, al 69 di adesso. Promossa con voti brillanti anche la giunta. Il 72 per cento apprezza l’operato degli assessori, dopo il 62 nel 2018 e 66 nel 2019.

Cosa succede all’interno del centrosinistra

Timida la risalita del Partito democratico, sembra che per i dem il peggio sia alle spalle e ora torni ad ispirare fiducia la figura del leader Zingaretti e dell’agenda politica.

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Carlo Calenda chi e | carriera | vita privata del dirigente d azienda e politico italiano - meteoweek
Carlo Calenda chi e | carriera | vita privata del dirigente d azienda e politico italiano – meteoweek

A sinistra dunque ci si ferma al 42,1. Era al 40,5 alle Politiche. Al 46 alle Europee. Il Pd, nelle intenzioni di voto, resta il primo partito a Milano, con il 27,4. Poco più di mezzo punto rispetto alle Politiche, ma molto sotto il risultato delle Europee quando aveva raggiunto il 35,9. Nel capoluogo Lombardo si dimezza +Europa passando dall’8 per cento delle Politiche al 4,2. Si presentano i nuovi partiti.

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Con alterne vicende. Renzi, che per un lungo periodo di tempo è stato nel cuore dei milanesi, basti pensare alle Europee del 2014 quando il Pd raggiunse il 45 per cento dei voti si fermerebbe con Italia Viva al 2,5 per cento. Al di sotto dei sondaggi nazionali che lo danno sopra al 4 per cento, e pagando a caro prezzo un attrito proprio con il primo cittadino. Meglio di lui farebbe Calenda che con Azione arriverebbe al 3,2.

Avanti il centrodestra

Dunque vantaggio del centrodestra. Almeno per le Politiche. Difficile proiettare il sondaggio sulle amministrative per il semplice motivo che l’elezione diretta del sindaco comporta diverse valutazioni rispetto al voto nazionale, e Sala non sembra proprio essere messo in discussione. C’è però un dato su cui ragionar, la possibile alleanza cittadina tra il Pd e i Cinque Stelle.

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D’altra parte, il sindaco Sala non ha mai fatto mistero che fosse necessario aprire una finestra di dialogo con i Cinque Stelle. Lo ha ribadito anche in questi giorni. E se si guardano i numeri in campo si capisce anche il perché: il 9,4 per cento attribuito ai Cinque Stelle sarebbe quello che permetterebbe alla coalizione di centrosinistra di sforare la barriera del 50 per cento e ai pentastellati di non sparire dall’agone politico.

 

 

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