Nel pomeriggio a Palazzo Chigi l’atteso vertice di maggioranza di governo sulla prescrizione: Conte vuole definire la partita giustizia prima delle elezioni Regionali di domenica. Bonafede cerca di chiudere i giochi imponendo la linea M5S: chiudere i processi in tre anni
Il governo accelera sulla prescrizione. Oggi, nel corso dell’atteso vertice di maggioranza, si cercherà l’accordo definitivo a pochi giorni dalle elezioni regionali in Emilia e Calabria. Il ministro della Giustizia Bonafede, insieme al M5S, ha messo le carte sul tavolo: nessuno stop, l’obiettivo è chiudere i processi in tre anni, portando a termine un ambizioso piano che i grillini sognano da tempi non sospetti.
La proposta è sui banchi della maggioranza. Un processo penale intero in soli 4 anni, e, entro due anni quando la riforma andrà a regime, addirittura in 3 anni. Per ora un anno in primo grado, due in appello e uno in Cassazione. E poi, tra due anni il cambiamento definitivo, con un solo anno per ogni grado di giudizio. Il totale sarà, a compimento, di tre anni. Questa la linea che il Guardasigilli Alfonso Bonafede presenterà oggi al tavolo sulla giustizia in programma a palazzo Chigi alle 17. Una vera rivoluzione dei tempi che dovrebbe spegnere le polemiche sull’entrata in vigore della prescrizione dopo il primo grado, ma solo per chi viene assolto. Il M5S spingerà per la chiusura cercando di piegare le resistenze del più moderato Pd, ma le elezioni sullo sfondo potrebbero giocare a favore dei pentastellati.
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Il premier Conte è deciso a chiudere in maniera definitiva la partita della prescrizione, aperta tra i due partiti senza esclusione di colpi. Ne va della tenuta del governo. “Confido – ha spiegato questa mattina – che si possa trovare finalmente la piena condivisione tra le forze di governo”. Il Pd, lo scorso 27 dicembre, ha presentato un suo disegno di legge, “un’assicurazione sulla vita” l’aveva definito l’ex ministro della Giustizia e oggi vice segretario del Pd Andrea Orlando. C’è da trovare la quadra con i dem, che spingono per un cambiamento meno radicale.
Il vero scoglio, però, è l’accordo ancora tutto da trovare con Italia Viva. Conte lavora per la mediazione, ma i renziani sembrano sempre di più fare sponda con Forza Italia e il responsabile Giustizia Enrico Costa, che ha appena presentato altri due emendamenti al decreto Milleproroghe nel tentativo di bloccare la prescrizione “corta” di Bonafede. Nel primo si chiede che la norma slitti di un anno e sei mesi rispetto alla sua entrata in vigore; nel secondo si chiede che il governo si impegni a presentare in tempi rapidi la riforma del processo penale. I veleni restano, il dissenso con il resto della maggioranza M5S pure. La mossa di Costa è vista come un rischio di un serio e definitivo incidente parlamentare che potrebbe avere conseguenze serie sulla stabilità del Conte Due.
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