Si aggrava in Cina il bilancio dei morti a causa del virus misterioso comparso nel dicembre scorso. Le autorità sanitarie hanno annunciato che le vittime sono salite a sei. Sale a 291 il numero dei contagiati, questa mattina erano 214.
Non si ferma, nè si attenua, il contagio del virus misterioso che da dicembre sta terrorizzando la Cina e il mondo intero. Anzi, i numero continuano inesorabilmente a salire. Sono sei le vittime accertate, lo ha dichiarato l’autorità sanitaria della Cina. Sale anche il numero dei contagiati, che ora è di 291, e sale anche il numero dei Paesi coinvolti dalla polmonite killer.
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Dopo la Cina, la Corea del Nord e il Giappone, oggi dall’Australia è arrivata la notizia di un primo caso sospetto su un uomo appena rientrato proprio dalla Cina. Gli esperti della commissione della salute cinese hanno confermato che il virus è trasmissibile da uomo a uomo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha convocato per domani un Comitato di emergenza. Il direttore scientifico dell‘Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito fa sapere che “secondo le ultime informazioni, 14 operatori sanitari sarebbero stati colpiti dal nuovo coronavirus. E’ un fatto che preoccupa molto, poichè c’è il rischio che si possano determinare delle epidemie negli ospedali, come già si verificò nel 2002-2003 per la Sars in alcuni ospedali di Canada e Corea”.
Intanto il nostro Ministero degli Esteri invita alla prudenza i viaggiatori italiani con un messaggio sul sito ‘Viaggiare Sicuri‘, gestito dall’Unità di Crisi. Nell’aggiornamento sulla ‘Patologia polmonare nell’Hubei’, si richiamano le raccomandazioni delle autorità sanitarie locali e internazionali (l’Oms) sulla necessità di “evitare qualsiasi contatto con animali e con persone affette da patologie respiratorie nell’area interessata“.
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“Se i dati confermassero un’estensione del focolaio del nuovo coronavirus non si escludono misure più importanti a livello internazionale, che potrebbero esser prese domani dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: dai controlli più serrati negli aeroporti allo sconsigliare spostamenti, fino alle restrizioni dei viaggi, chiaramente non da tutta la Cina ma solo dalla città di Wuhan”. A spiegarlo all’Ansa è stato Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità. I dati che arrivano sono ancora confusi , si parla di circa 1700 reali. Un numero “tutto sommato ancora ristretto ma seppure sia basso, il rischio che il virus arrivi in Europa esiste” – ha affermato Rezza. “A quanto sembra dagli elementi a disposizione – ha continuato l’esperto – il nuovo virus sembra essere meno aggressivo e virulento di quello della Sars e questo potrebbe renderlo un po’ più difficile da tenere sotto sorveglianza, perché i casi meno gravi tendono di più a sfuggire dal controllo. Stiamo seguendo la situazione del virus cinese – chiosa Rezza –in contatto col Centro europeo di controllo e prevenzione delle malattie (Ecdc). Una riunione con gli Stati membri c’è già stata il 17 gennaio e ne è stata convocata una per domani, dopo una nuova valutazione del Centro”.