La Dda ha scoperto contatti tra due famiglie di mafia. Da una parte c’erano i catanesi dei Mazzei, dall’altra le cosche che agiscono a Mazara del Vallo.
Le forze dell’ordine tornano ad assestare colpi ben eseguiti ai danni della mafia. Così, all’alba sono arrivati ben 27 arresti nel corso di un’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catania. Questa operazione ha preso il nome di Vento di Scirocco e ha portato nuove scoperte, soprattutto in termini di collaborazioni tra le principali famiglie della malavita siciliana.
La Procura di Catania ha ottenuto dal giudice per le indagini preliminari dei mandati di arresto per 27 persone. Tuttavia, il numero potrebbe essere ancora in aggiornamento. Al lavoro ci sono anche i militari della Guardia di Finanza del capoluogo etneo. Questi lavorano a sequestri preventivi per equivalente “finalizzata alla confisca per sproporzione nei confronti della principale figura imprenditoriale dedita all’illecita commercializzazione di gasolio“. Questo è quanto si legge nella nota diffusa dopo i primi arresti.
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A questi si aggiungono altri sequestri preventivi “finalizzati alla confisca del profitto illecito derivante dalla ripetuta perpetrazione di frodi carosello all’IVA“. Gli inquirenti fanno sapere anche che, dopo gli accertamenti, si è proceduto a quantificare i beni confiscati in circa 20 milioni di euro di valore complessivo. Tra questi spiccano quote societarie e/o titolarità di 10 imprese commerciali, ma anche terreni e rapporti bancari.
Un nuovo asse di mafia
Sono diverse le accuse a carico dei soggetti arrestati in questa nuova operazione contro la mafia. In primis spiccano associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere, estorsione in concorso e intestazione fittizia di beni. Alcuni degli arrestati sono imputati anche per impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, falsità commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di scritture contabili. A questi reati si aggiunge l’aggravante data dall’aver agito al fine di agevolare il clan dei Mazzei.
A essere colpito è stato il nuovo asse tra Catania e Mazara del Vallo. La famiglia dei Mazzei, infatti, aveva intessuto rapporti con le principali cosche del comune in provincia di Trapani.