Rapporto annuale di Oxfam, che coinvolge anche l’Italia, sulle diseguaglianze globali pubblicato prima dell’apertura del World Economic Forum (WEF) di Davos. Nel nostro paese l’1% dei paperoni possiede la ricchezza del 70% più povero. Le condizioni socio-economiche si tramandano di generazione in generazione
Nell’anno 2019 la quota di ricchezza in possesso dell’1% più ricco degli italiani superava quanto detenuto dal 70% più povero, sotto il profilo patrimoniale. Numeri impietosi che emergono dall’ultimo rapporto Oxfam sulle diseguaglianze da cui emerge un peggioramento della situazione rispetto all’ultimo decennio. La situazione diseguaglianze sembra stagnante anche in Italia: i ricchi sono soprattutto figli dei ricchi e i poveri figli dei poveri. Le condizioni socio-economiche sembrerebbero tramandarsi di generazione in generazione senza sosta.
“Un terzo dei figli di genitori più poveri, sotto il profilo patrimoniale – si legge nel rapporto – è destinato a rimanere fermo al piano più basso (quello in cui si colloca il 20% più povero della popolazione). Diversamente, il 58% di quelli i cui genitori appartengono al 40% più ricco, manterrebbe una posizione apicale. I giovani italiani – prosegue Oxfam – che ambiscono a un lavoro di qualità devono fare oggi i conti con un mercato profondamente disuguale, caratterizzato, a fronte della ripresa dei livelli occupazionali dopo la crisi del 2008, dall’aumento della precarietà lavorativa. E sul fronte dei lavori più stabili le cose non vanno meglio: questi sono diventati più vulnerabili”.
Non solo: le fortune dell’1% dei più ricchi, emerge dai dati del rapporto, corrispondono a più del doppio della ricchezza accumulata dai 6,9 miliardi di persone meno abbienti, vale a dire il 92% della popolazione del pianeta.
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Oltre il 30% dei giovani occupati, secondo il rapporto annuale, guadagna oggi meno di 800 euro lordi al mese. Il 13% degli under 29 italiani versa in condizione di povertà lavorativa. Un quadro d’insieme causato da molteplici fattori. Carenze nell’orientamento, debolezze sistemiche nella transizione dalla scuola al mondo del lavoro e arretramento pluridecennale dei livelli retributivi medi per gli occupati più giovani. Inoltre, figurano anche sotto-occupazione giovanile e da un marcato scollamento tra la domanda e l’offerta di lavoro qualificato. Questo aspetto costringe da anni tanti giovani laureati ad abbandonare il nostro Paese.
Scrutando i dati complessivi, i 2.153 miliardari più ricchi del pianeta detengono ormai più soldi di quanti ne possiede il 60% della popolazione mondiale. Una concentrazione della ricchezza che penalizzerebbe anche le donne, le prime vittime della disuguaglianza.
“Troppi giovani italiani – si legge a margine del rapporto – non studiano né lavorano. Nella migliore delle ipotesi lavorano per una paga risibile, meditando di partire in cerca di un futuro migliore. Servono – conclude Oxfam – interventi efficaci, per fare in modo che le giovani generazioni non siano lasciate indietro e al contrario una risorsa per il nostro Paese. I giovani italiani reclamano un futuro più equo e aspirano a un profondo cambiamento della società”.
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