Il Taser va a tutte le forze dell’ordine. Questa arma non letale che utilizza una scarica elettrica garantirà una maggiore sicurezza nelle operazioni, sia per i poliziotti che per gli aggressori
Alla fine è arrivata l’ufficialità, e mancano solo gli ultimi passaggi. La pistola a impulsi elettrici, più comunemente nota come Taser, ovvero quel particolare tipo di armi da difesa che utilizza l’elettricità per paralizzare il soggetto che ne viene colpito attraverso la contrazione dei suoi muscoli, entrerà nelle dotazioni ordinarie delle forze di polizia.
Il Consiglio dei ministri infatti, su impulso del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha approvato il regolamento che ne disciplina l’uso, quello cioè che si occupa della dotazione delle armi in uso nelle forze di polizia, e a questo punto il regolamento dovrà superare la valutazione del Consiglio di Stato, e da ultimo dovrà tornare in Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva.
La fase di sperimentazione che è stata avviata in 12 città diverse (Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia, Brindisi, Genova) si è così conclusa con un esito positivo, e già dai prossimi mesi gli ufficiali di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza avranno a disposizione questa nuova arma di cui potranno servizi nelle situazioni di rischio che ne richiedono l’utilizzo.
Manca infine il nome dell’azienda che si occuperà della fornitura di questa arma, con il bando pubblicato già alla fine dello scorso anno e con le pistole attese per la fine del 2020, in tempo per la dotazione ordinaria prevista entro l’inizio del 2021.
Nel bando si parla di una fornitura di 4.482 armi, di cui 1.600 alla Polizia di Stato, 2.262 all’Arma dei Carabinieri e 256 alla Guardia di Finanza, per un costo iniziale di 8,5 milioni di euro, quindi non riguarderà l’intero comparto del personale delle forze di Polizia, ma sarà riservata solamente a quanti sono usualmente impiegati in contesti di particolare pericolo.
Lo strumento infatti è considerato a tutti gli effetti un’arma ed è necessario che non sia “utilizzata nel contatto diretto con l’aggressore”: la distanza consigliata è dai tre ai sette metri, e il testo prevede altresì la valutazione delle “condizioni di vulnerabilità del soggetto”, insieme all’obbligo, in caso di utilizzo, di chiamare immediatamente il personale sanitario.
Apprezzamenti sono arrivati dal segretario nazionale dell’Anfp Enzo Letizia, e dal segretario generale del Siap Giuseppe Tiani, in una nota congiunta. “Si tratta di un importante passo avanti verso il pieno utilizzo della pistola elettrica essendosi conclusa positivamente la fase sperimentale”, è quanto affermano.
“Si trasforma in realtà una nostra richiesta di alcuni anni fa”, e “la nuova arma garantirà sia una maggiore sicurezza dei poliziotti negli impegnativi contesti operativi, sia la vita dei soggetti attinti dai dardi, in quanto la scarica elettrica non letale inibisce le funzioni motorie ed impedisce ulteriori movimenti neutralizzando in tal modo l’azione dell’aggressore“.
Oltre a tutte le altre dotazioni della polizia quindi, ci sarà anche il taser, il cui uso è stato sollecitato dai sindacati di polizia ma contrastata sia da Amnesty che dal Garante dei detenuti, Mauro Palma, giustifica l’uso “solo in un ambito limitatissimo di casi“.
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