E’ morto Francesco Saponara, l’uomo che nel 2014 fu colpito da un passante. Dopo sei anni di coma la sua vita si è spenta, era rimasto attaccato alle macchine che lo alimentavano e mantenevano stabili i suoi parametri vitali.
Davide Frigatti, un grafico cinisellese all’epoca 34enne, quel giorno si era svegliato in preda ad allucinazioni e a una crisi mistica che lo aveva condotto a pensare di essere “un illuminato” e di dover uccidere le persone che gli stavano intorno perché “peccatori”.
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Con quella convinzione aveva colpito al Parco Nord Milano, ferendo un uomo, Dario Del Corso, con 20 coltellate che per fortuna non avevano intaccato punti vitali. Successivamente si era diretto in auto a Sesto San Giovanni dove si era fermato casualmente alla stazione di servizio. Lì, l’aggressione fatale a Saponara, ferito al collo da una sola coltellata che aveva provocato danni irreparabili al cervello.
La vita di Saponara si è spenta ieri: marito, padre e imprenditore aveva smesso di esserlo quell’orribile pomeriggio del 17 giugno del 2014, quando venne accoltellato in modo gravissimo da un folle. L’allora 34enne Davide Frigatti, che in preda a una crisi mistica lo aveva incrociato per caso nella stazione di servizio di viale Gramsci a Sesto San Giovanni, gestita insieme ai figli e alla moglie, e gli aveva sferrato una coltellata al collo. Da quel giorno, Francesco, che aveva soltanto 55 anni, non si è mai più risvegliato.
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Non fu l’unica vittima di quella follia, a perdere la vita anche Franco Mercadante. Frigatti per questa strage non ha mai pagato. Il processo ha stabilito la sua incapacità di intendere e voerle e lo ha assolto, affidandolo a una comunità terapeutica. Il figlio di Saponara, Antonio, oggi trentenne, la figlia Martina, 25enne, e la moglie Giusi hanno dovuto ricostruirsi una vita tra mille difficoltà e con la speranza mai persa, che Francesco un giorno si sarebbe svegliato. “Non abbiamo mai smesso di crederci perché così lui ci aveva insegnato – ha raccontato Antonio – Purtroppo non è andata così. Lo ricordiamo per la sua allegria e per il suo ottimismo che ora guidano la nostra vita”. La famiglia Saponara ha sempre vissuto in silenzio il dolore e le difficoltà. Francesco è rimasto a lungo in ospedale prima di essere trasferito in istituti specializzati nei quali ogni giorno la famiglia si riuniva per mostrare al papà che non lo hanno mai dimenticato.
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