Sex symbol tra gli anni Ottanta ed i Novanta, Kevin Costner compie 65 anni il 18 gennaio 2020. Per l’occasione, ripercorriamo insieme alcuni dei momenti topici della sua ricca carriera, scegliendo cinque titoli da rivedere.
“Tu hai gli occhi blu, io ho gli occhi blu. Penso che te la caverai”. Con questa semplice battuta, Richard Burton pare lo abbia incoraggiato ad intraprendere la carriera di attore, dalla quale era allo stesso tempo incuriosito ed intimorito. Ed è così che Kevin Costner, alla soglia dei 65 anni – è nato il 18 gennaio 1955 a Lynwood, California – ha seguito il suo sogno ed è diventato uno dei nomi più celebri dello star system.
Kevin Costner compie 65 anni | 5 film da rivedere
Sex symbol tra gli anni Ottanta ed i Novanta, Costner fa il suo esordio con l’inedito da noi Sizzle Beach, U.S.A. di Richard Brander, nel quale interpreta il proprietario di un ranch che si innamora di una delle tre protagoniste. Siamo nel 1981 (sebbene il film sia stato rilasciato solo cinque anni dopo) e da lì iniziano una serie di apparizioni, più o meno importanti, sino all’incontro con Lawrence Kasdan: diventati amici, i due collaborano in varie occasioni, da Il Grande Freddo (1984) a Wyatt Earp (1994), passando per Silverado (1985) e Guardia del corpo (1992).
Ormai al picco della sua carriera, decide di dedicarsi anche alla regia e trionfa con l’intramontabile Balla coi lupi (1990), tratto dall’omonimo romanzo di Michael Blake, candidato a dodici premi Oscar e vincitore di sette, tra cui Miglior Regia e Miglior Film. Ma non sono tutte rose e fiori, motivo per cui le succesive due prove dietro la macchina da presa, Waterworld (1995) e L’uomo del giorno dopo (1997), sono tra i più grossi flop di sempre.
Nonostante ciò, il cineasta statunitense non si è mai dato per vinto ed è per questo che il nome di Kevin Costner richiama ancora oggi un’ampia fetta di pubblico, tra nostalgici e nuovi ammiratori.
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Con una filmografia come la sua alle spalle, che spazia da un genere ad un altro e da un ruolo ad un altro – in veste di produttore compare anche nelle crew della miniserie tv Hatfield & McCoys e della recente serie Yellowstone – sebbene sia rinomata una sua propensione per i western e gli sports movie, scegliere solo cinque titoli da rivedere non è stato facile, ma ci abbiamo provato…
Voi che ne pensate?
Gli intoccabili (1987)
Diretto da Brian De Palma e scritto da David Mamet, Gli intoccabili prende ispirazione dall’autobiografia di Eliot Ness, qui interpretato da un giovane Kevin Costner: siamo a Chicago nel 1930 e l’instancabile agente del Tesoro mette su una squadra speciale per incastrare, una volta per tutte, il boss mafioso Al Capone (Robert De Niro).
Con un cast superbo – del quale fanno parte Andy Garcia, Don Harvey e Sean Connery (Premio Oscar e Gloden Globe come Miglior Attore non Protagonista) – ed una storia avvincente, oltre che importante dal punto di vista storico-sociale, Gli intoccabili è senza dubbio una delle opere più riuscite e memorabili del cineasta statunitense: tra il noir ed il thriller, la pellicola fu accolta con grande entusiasmo, al di là di alcune inesattezze storiche riscontrate, ed ebbe un vasto seguito arrivando addirittura ad ispirare un videogioco della Ocean Software.
Una curiosità, per il ruolo di Eliot Ness erano stati presi in considerazione anche Harrison Ford, Mel Gibson e William Hurt.
L’uomo dei sogni (1989)
Candidato al Premio Oscar come Miglior Film, inserito dall’American Film Institute al sesto posto fra i migliori fantasy e al 28esimo nella lista dei “100 film da applausi”, L’uomo dei sogni di Phil Alden Robinson è la storia di Ray Kinsella (Kevin Costner), un agricoltore dell’Iowa a cui una voce suggerisce di costruire un campo da baseball nel suo terreno. I motivi saranno chiariti nel corso della narrazione ed avranno a che fare con il suo passato e con quello di altri personaggi.
Paragonato ad un’opera di Frank Capra, soprattutto per l’idea alla base per cui i sogni modellano la realtà – il grande cineasta descriveva il cinema come un “tappeto magico”, uno strumento grazie al quale esprimersi e realizzarsi – L’uomo dei sogni è uno di quei film che vedi una volta e ricordi per sempre, che è entrato nell’immaginario di chi lo ha ammirato per la prima volta all’epoca e che ancora oggi resta un recipiente di valori alti, fondamentali, comuni eppure spesso sottovalutati.
Nota a parte: la fattoria e l’annesso campo da baseball si trovano nella Contea di Dubuque, in Iowa, e sono visitabili!
Robin Hood – Principe dei ladri (1991)
Diretto da Kevin Reynolds, Robin Hood – Principe dei ladri è una rivisitazione della storia del celebre fuorilegge, impegnato a difendere il trono di Riccardo III dalle mire del crudele Sceriffo di Nottingham. Ad interpretare i due protagonisti troviamo Kevin Costner ed Alan Rickman: il primo insignito del Razzie Award come Peggior Attore Protagonista, sebbene si mise anche a studiare l’accento britannico per dare maggiore credibilità al suo personaggio; il secondo ricevette un BAFTA come Miglior Attore non Protagonista.
Accolto quindi da pareri più che contrastanti da parte di pubblico e critica, il film ispirò due videogiochi per Nintendo Entertainment System e Game Boy, e venne in gran parte parodiato dal successivo Robin Hood – Un uomo in calzamaglia di Mel Brooks, in cui recitava lo stesso Cary Elwes provinato due anni prima per il ruolo di Robin Hood, poi andato a Costner.
Un mondo perfetto (1993)
Diretto da Clint Eastwood, Un mondo perfetto narra le vicende di un criminale (Kevin Costner) in fuga con un bambino come ostaggio; mentre un Texas Ranger (Eastwood) si mette sulle loro tracce, tra i due si crea un profondo legame affettivo.
Senza alcun dubbio tra le migliori opere della ricca filmografia del cineasta statunitense – tra l’altro convinto a prendere il ruolo del poliziotto dallo stesso Costner – Un mondo perfetto è un vero e proprio colpo al cuore, potente, diretto, indelebile. Uno spaccato degli anni Sessanta, alla soglia della visita ufficiale di John F. Kennedy a Dallas (e della sua conseguente morte), ma anche di un’esistenza contaminata da scelte passate e da ferite non rimarginabili ma intimamemente propensa al bene e alla redenzione.
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Terra di confine – Open Range (2003)
Con la scelta di questo ultimo titolo, torniamo alla passione di Costner per il western: a distanza di quasi quindici anni da Balla coi lupi, il cineasta sceglie di adattare il romanzo The Open Range Men di Lauran Paine (l’autore scrisse una prima sceneggiatura ma morì prima di vedere l’uscita al cinema del film) e realizza un’opera dall’ampio respiro e dagli antichi valori – dall’amicizia maschile al senso di giustizia che scade nella vendetta, dall’importanza della forza lavoro in un luogo dove la natura la fa da padrona all’amore che arriva inaspettato e travolgente.
Terra di confine – Open Range riporta Kevin Costner dietro la macchina da presa e lo fa nella maniera più emozionante e sorprendente possibile, confermando ancora una volta le indiscutibili capacità del cineasta, oltre che la sua irrefrenabile vocazione al genere.
Il film è dedicato anche alla memoria di Michael Jeter (nel ruolo di Percy), scomparso poco dopo la fine delle riprese.