Erdogan avverte l’Europa | “Se cade governo a Tripoli rischio terrorismo”

Il presidente turco Rece Tayyip Erdogan a poche ore dalla conferenza di Berlino sulla Libia avverte la comunità internazionale: “Se il governo a Tripoli cade, il rischio terrorismo diventa alto. Ci sarebbe terreno fertile per le faide più pericolose”

“Il governo legittimo di Tripoli? Se cade, l’Europa dovrà fare i conti con il rischio terrorismo. Ci sarebbe terreno fertile per le faide più pericolose, sconfitte altrove”. Così il presidente turco Erdogan avverte l’Europa alla vigilia della conferenza di Berlino. La comunità internazionale – avverte Erdogan in un articolo scritto su Il Politico – dovrà affrontare una serie di nuovi problemi e minacce in caso di fallimento del governo. Organizzazioni terroristiche come l’Isis o Al Qaida, che sono state sconfitte in Siria ed Iraq troveranno terreno fertile per rimettersi in piedi”.

La Missione di Supporto dell’Onu in Libia, intanto, esprime “profonda preoccupazione per gli attuali sforzi per interrompere o compromettere la produzione di petrolio” nel Paese. “Questa mossa – si legge nella nota – avrebbe conseguenze devastanti prima di tutto per il popolo libico che dipende dal libero flusso di petrolio e avrebbe effetti terribili per la situazione economica e finanziaria già deteriorata del Paese”.

“Esortiamo – conclude Unsmil – tutti i libici a esercitare la massima moderazione, mentre i negoziati internazionali continuano a mediare la fine della lunga crisi della Libia”.

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Il premier libico diserta la conferenza di Berlino?

Agitazione e malumori si registrano dopo l’indiscrezione sul clamoroso passo indietro rilanciata dalla tv basata in Qatar Libya al-Ahrar. Il premier libico Fayez al Sarraj potrebbe disertare la conferenza di Berlino ed inviare soltanto una delegazione. Una notizia che, se fosse confermata, rischia di indebolire la sostanza della riunione, convocata con la speranza di un cessate il fuoco duraturo. In un’atmosfera già tesa per i nuovi scambi di accuse tra gli opposti schieramenti, Erdogan avverte l’Europa, che nel frattempo dovrà fare i conti con un’assenza del premier libico che avrebbe del clamoroso.

Nella capitale tedesca gli sherpa sarebbero al lavoro per perfezionare una bozza di intesa da sottoporre alle parti al meeting in programma domenica. Al contempo, la molla che avrebbe fatto scattare Sarraj sarebbe stata un passaggio nel documento, nella sua ultima versione, in cui si chiede un “nuovo governo di accordo nazionale”. La mossa è stata letta dall’entourage di Sarraj come il tentativo di spingere il premier a farsi da parte. A questo punto, l’unico e realistico obiettivo della conferenza di Berlino appare quello di convincere le parti a sottoscrivere il consolidamento del cessate il fuoco scattato una settimana fa. Una possibilità da non accantonare, altrimenti il rischio di una fumata nera prenderebbe corpo.

Dall’Italia, anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ha ribadito la “necessità di una missione di pace trainata dall’Ue”. Fonti a Bruxelles rivelano che, tuttavia, molti Stati membri non sarebbero in grado di garantire la loro parte di militari. La Germania avrebbe espresso la propria contrarietà. Scettica anche la Francia. Da Parigi fanno sapere: “Già dopo la crisi del 2011 i libici non hanno voluto una forza internazionale nel proprio paese”.