Numeri allarmanti negli ospedali, dove si registra un più 30% di aggressioni nel 2019. Sono già tre da inizio anno a Torino. A partire dal primo febbraio, su decisione del commissario dell’Asl, sarà attivo un servizio di vigilanza armata
Un servizio di vigilanza armata sarà attivo, dal primo febbraio, negli ospedali dell’Asl Città di Torino per arrestare il fenomeno delle aggressioni. Lo ha deciso il Commissario dell’Asl, Carlo Picco, che ha scrutato i numeri inquietanti che parlano di un +30% nel 2019. Anche nel 2020, la situazione resta preoccupante: sono già tre i casi nella sola prima quindicina di gennaio.
“In seguito all’incremento preoccupante delle aggressioni nei confronti degli operatori sanitari e degli utenti negli ospedali – ha spiegato Picco – si è reso necessario correre ai ripari producendo una misura che va nella direzione della sicurezza. I casi sono stati 87 nel 2019, il 30% in più dell’anno prima, già tre soltanto quest’anno. Oltre alla vigilanza – annuncia Picco, che svela i dettagli dell’operazione – stiamo potenziando i servizi di video-sorveglianza. Questi sono indispensabili ai fini delle indagini in qualsiasi forma. I passi evolutivi, naturalmente, avverranno nel rispetto della normativa in tema di privacy”.
Il servizio di vigilanza armata riguarda, in particolare, i pronto soccorso degli ospedali Maria Vittoria, Martini, Oftalmico e San Giovanni Bosco, colpiti da eventi sgradevoli a più riprese. Nei prossimi mesi si capirà se l’accortezza adottata dalla città di Torino sarà presa da esempio anche in altre grandi realtà italiane, colpite secondo le cronache da aggressioni in costante aumento.
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“Dal primo febbraio – sottolinea Picco – tutto il personale sanitario impegnato nei pronto soccorso lavorerà in condizioni protette e potrà gestire le emergenze in sicurezza. Verrà così espresso il massimo della professionalità, con riflessi positivi anche sull’assistenza e sulla cura”. Gli ospedali, come noto, rappresentano una delle principali porte di accesso del cittadino alle strutture sanitarie, come ribadito dall’Asl Città di Torino. E’ sulla carta il fulcro di sicurezza e accoglienza, che non dovranno mai mancare. “Un luogo sicuro – assicura Picco – garantisce l’instaurarsi di un clima favorevole. E’ presupposto indispensabile alla creazione del necessario rapporto di fiducia tra paziente-familiari e professionisti della sanità”.
Una misura che, secondo l’Asl, andrà a favorire anche l’operato dei volontari, sempre preoccupati e in difficoltà nei casi più ostici. “Anche i volontari – fa sapere Asl – ne trarranno beneficio. Prestano il loro prezioso servizio di accoglienza nei Pronto Soccorso, sentendosi più sicuri, potranno meglio dedicarsi alle importanti funzioni di sostegno e supporto relazionale ai pazienti-familiari. Per questi motivi, la vigilanza armata sarà garantita h24 7 giorni su 7”.
“Medici e infermieri – conclude – dal primo febbraio, insieme a tutto il personale sanitario impegnato nei pronto soccorso, potranno lavorare in condizioni protette e potranno gestire le emergenze in sicurezza. Siamo soddisfatti del cambiamento, avrà sicuramente risvolti positivi sulla vita dei pazienti, degli operatori e di chi si reca in una delle strutture indicate nel provvedimento”.
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