Nuovi controlli sul fronte fisco: con il nuovo piano anti-evasione vengono inaspriti i controlli sui conti correnti. Nel mirino finiscono i dati di spese e fatture. A seguire c’è la lista nera
Nuove misure in arrivo da parte del governo giallorosso, che si aspetta dagli ingranaggi del fisco nel 2020, tramite controlli, un gettito tra 1,5 e 3 miliardi dal recupero del nero. Ciò sarà reso possibile inasprendo i controlli su spese e transazioni, portando avanti la politica che incentiva i cittadini ad utilizzare, per i pagamenti, la carta.
In questo gennaio 2020 verranno definitivamente pianificati i cambiamenti volti alla tracciabilità. Nel mirino delle Entrate ci sono soprattutto i conti correnti. Sarebbero lo strumento principale per andare a delineare i profili a rischio evasione dei singoli contribuenti. Tutto ciò, comunque, non sarà immediato. Servirà un decreto del Mef previsto per il prossimo 30 marzo. L’operazione coinvolgerà anche il Garante della Privacy.
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Cominciano ad emergere i primi dettagli sui controlli. Sul fronte della stretta che partirà nei prossimi mesi, verranno dispiegati nuovi algoritmi in grado di mettere nel mirino i singoli profili più esposti su questo fronte. Tutte le informazioni confluiranno poi in una lista, la cosiddetta “lista nera”, con i profili da tenere monitorati.
In un primo momento verrà inviato agli utenti un “alert” per chiudere il contenzioso con la compliance. Superata senza risultati questa fase, il Fisco potrebbe ricorrere alle maniere forti. La relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio stima in circa 3,6 miliardi le entrate dalla lotta all’evasione. Circa 1,5 in più sono attesi dai dati anonimi e dagli scontrini. La stretta del governo Conte riguarderà controlli sui conti, sui prelievi, sulle giacenze e sulle transazioni.
Novità attive anche sul fronte social. In Italia l’Agenzia delle Entrate, per contrastare l’evasione fiscale, può “attingere a dati provenienti da banche dati ma anche ad altre fonti, comprese quelle aperte”. Con queste si intendono articoli di giornale, siti internet, social network, al fine di acquisire informazioni utili sui contribuenti ed eventuali incongruenze tra la vita nota al fisco e quella mostrata su Facebook o Instagram. Ciò che si posta diventa di vitale importanza per pizzicare furbetti.
In Italia è prassi, per l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, usare i social network per scoprire casi di evasione fiscale ma anche come prove in cause di divorzio. Non è escluso che nel 20020 possa l’Italia adeguarsi alla Francia, che avvia in maniera automatica nell’atto investigativo, spunti dai social.
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