Sono tante le assenze tra i banchi della Camera riservati ai deputati del Movimento 5 Stelle, mentre il ministro Di Maio riferisce sulla situazione nel nord Africa.
Se pensiamo alle folle che lo acclamavano e applaudivano al suo esordio nel neonato M5S si stenta a credere che oggi quel carisma non c’è più e che persino i suoi compagni di banco lo hanno abbandonato, o quasi. Era successo anche a Bologna. Di Maio sta vivendo probabilmente il momento più difficile dalla sua entrata in politica.
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Eppure il ministro degli esteri continua a svolgere il suo lavoro senza interruzioni e senza timori. Oggi in un’informativa a Montecitorio sulla situazione nel Medio Oriente e in Libia ha reso noto come l’Italia “sostenga il governo di accordo nazionale guidato dal capo del consiglio di presidenza del governo di accordo nazionale libico, Fayez al Sarraj, quale istituzione legittima della Libia riconosciuta dalle Nazioni Unite, ma allo stesso tempo mantenga un’intensa interlocuzione anche con i rappresentanti di altre realtà importanti della Tripolitania, in primo luogo Misurata, della Cirenaica e del Fezzan“. “In particolare – ha continuato Di Maio – dialoghiamo con il generale Haftar affinché possa rispettare la tregua e accettare il processo politico. È sulla base di queste linee guida che si è articolato il lavoro del governo in queste ultime settimane”.
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Il ruolo di Di Maio all’interno del M5S è chiaramente sempre più al limite. La poltrona di capo indiscusso scricchiola e allora il ministro prova a giocarsi un ‘all in’: starebbe infatti valutando la possibilità di separarsi dalla gestione del blog del Movimento per non destare sospetti sul conflitto di interessi che avrebbe all’interno dei 5 Stelle. Di fatto una separazione dalla Casaleggio Associati, la società privata di consulenza che gestisce la piattaforma Rousseau.