“Nessuno mi ha aiutato a salvare mio figlio”: parla il padre del ragazzo trovato morto nell’aereo

Marius Ani Guibay, il padre del 14enne trovato morto nel carrello di un aereo a Parigi, racconta la tragedia del figlio e la sua disperazione.

Incredulità e disperazione: questi i sentimenti che emergono con forza dalle parole di Marius Ani Guibau, il papà del 14enne  Laurent Barthélémy. E’ il ragazzo trovato morto nel vano del carrello di un aereo dell’Air France appena atterrato a Parigi. Il volo era partito da Abidjian, in Costa d’Avorio. Era lì che il ragazzino abitava con la famiglia.

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”E’ un gesto inspiegabile, mio figlio è stato fuorviato da qualcuno” ripete il padre, che non riesce a darsi spiegazioni. Padre di altri tre figli, Marius ricostruisce le ultime ore di Laurent, ancora non del tutto consapevole di quello che è avvenuto. Il ragazzo era uscito di casa per dirigersi a scuola. Poi è sparito. Chi ce l’ha portato all’aereoporto? E perché non è stato fermato dagli agenti aeroportuali? Non è possibile che un minorenne possa aggirarsi da solo vicino a un aereo” chiede disperato. La domanda in effetti è rilevante: il ragazzino è penetrato nell’aereoporto fino ad arrivare alle piste di decollo e atterraggio. E’ riuscito addirittura ad avvicinarsi ad un aereo in procinto di decollare e a nascondersi nel vano del carrello.

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Un’avventura finita tragicamente, che desta enormi dubbi sulla sicurezza dell’aereoporto internazionale di Abidjian, e chissà di quanti altri. A Marius non resta che il dolore e le domande, che restano ancora senza risposta: ”Era tranquillo, un ragazzo sempre allegro, docile. Non era uno scapestrato, non beveva, non ci aveva mai dato alcun problema”. Pur essendo una famiglia “modesta”, aggiunge l’uomo, ”anche con i pochi mezzi che abbiamo cerchiamo di crescere i nostri figli con sani principi”. Ma la conclusione è ancora più amara, se possibile: “Non ho pace, , nessuno”.

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