Migranti, Papa Francesco: “Sull’accoglienza si può fare di più”

Il discorso di Papa Francesco sui migranti, rivolto al Collegio Etiopico: “Non si cada più nella guerra fratricida. Si faccia meglio per seguire pastoralmente chi lascia il proprio Paese. Sui migranti si può fare molto di più”

Il futuro dei bambini e dei giovani che abbandonano la propria terra al centro del discorso sui migranti che Papa Francesco ha fatto al Collegio Etiopico, ricevuto in udienza. Il suo pensiero va alla guerra fratricida conclusasi nel luglio 2018. “Un grazie – spiega Francesco – a chi si è impegnato in prima persona per concludere quel tragico percorso. La mia preghiera, infine, perché si faccia tesoro degli anni di dolore vissuti da entrambe le parti e non si cada più in divisioni tra etnie e tra Paesi dalle comuni radici”.

Il discorso del Pontefice si sposta poi sull’accoglienza e sull’invito – già rivolto in altre occasioni – affinchè i paesi facciano di più e meglio sul fronte dell’accoglienza. “Molti dei giovani, è triste doverlo ricordare – spiega il Papa – spinti dalla speranza hanno lasciato la loro patria a costo immani fatiche e non di rado andando incontro a tragedie per terra e per mare”. E all’Europa. “Ringrazio per l’accoglienza che i vostri fedeli hanno potuto sperimentare e per l’impegno che alcuni di voi già ora vivono nel seguirli pastoralmente in Europa e negli altri continenti. Si può fare ancora molto, e meglio, sia in patria che all’estero, mettendo a frutto gli anni di studio e permanenza in Roma”.

Leggi anche –> Roma, morto a 50 metri dall’auto in fiamme. Ritrovato da un contadino

Leggi anche –> Yara e gli altri sono morti, ma gli assassini trovano lavoro. Cosa fanno ora

papa francesco

Il messaggio al Collegio Etiopico

Al Collegio Etiopico, Papa Francesco ricorda i significati dell’integrazione delle culture, esortando a trasmettere i valori della propria patria. “Etiopia ed Eritrea, due Chiese unite dalla medesima tradizione. Voi – dice rivolgendosi ai giovani – potete portare anche oggi in mezzo a noi la ricchezza della storia delle vostre terre e la convivenza tra persone appartenenti alla religione ebraica e islamica”.

Gestione cookie