La comunità alloggio “Anni Azzurri” di Palermo era diventata teatro di offese, minacce e violenze. La polizia ha eseguito misure cautelari per cinque persone.
Una casa di cura di Palermo era diventata una specie di Far West per alcuni soggetti che vi alloggiavano. Ma alla fine, la verità è venuta a galla, tra le denunce degli anziani e la presenza di microspie tra gli ambienti. Così, cinque persone sono state denunciate dopo una lunga serie di offese, minacce, soprusi e anche violenze fisiche.
La casa di cura in questione è la “Anni Azzurri” del capoluogo siciliano. Dopo una segnalazione effettuata da un anziano, le forze dell’ordine hanno applicato degli apparecchi per intercettare conversazioni e immagini. Da qui è venuta fuori una serie di comportamenti sconsiderati da parte dei gestori e degli impiegati della struttura. La polizia ha acquisito diverse intercettazioni in cui i cinque soggetti poi arrestati aggredivano, a parole o in maniera fisica, gli anziani che vi alloggiavano.
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Uno degli anziani, in particolare, veniva spesso imbavagliato, picchiato, insultato e anche legato a letto. La sua unica colpa era quella di lamentarsi per i dolori o di segnalare eventuali disservizi. Da qui è nata l’operazione “Anni Neri“, coordinata dalla sezione investigativa del commissariato Zisa-Borgo Nuovo di Palermo. E dalle intercettazioni emergono alcune frasi raccapriccianti, rivolte dai gestori della comunità nei confronti delle persone che vi alloggiavano. “Sei un porco, tu di umano di non hai nulla, pezzo di bestia, vecchiaccio, sei una testa di ca…“, questa è solo una delle frasi.
L’anziano vittima di questi soprusi è un uomo di 84 anni, gravemente malato e con una percentuale di invalidità. Il giudice per le indagini preliminari che ha curato il caso sostiene che gli indagati minacciavano l’uomo di cacciarlo dalla struttura, forti del fatto che non avesse familiari all’esterno, pronti ad accoglierlo. I cinque indagati, tutti familiari del titolare della “Anni Azzurri”, ignoravano le sue richieste di assistenza prima di aggredirlo fisicamente, con schiaffi oppure legandolo al letto.
I cinque soggetti denunciati percepivano regolarmente i sussidi previsti dalla legge 104. Inoltre, dopo un recente intervento dei sanitari dell’Asp, si è scoperto che nessun impiegato della struttura era in regola sul piano contrattuale. Una di questi era una badante, beneficiaria del reddito di cittadinanza e di conseguenza denunciata per averlo percepito abusivamente.
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