Le telefonate sono al vaglio degli investigatori milanesi che stanno indagando. Savoini, Meranda e Vannucci hanno spesso parlato con tre russi per una compravendita di petrolio.
Si infittisce sempre di più il caso che ha al centro di tutti Gianluca Savoini, il braccio destro di Matteo Salvini. I rapporti con alcuni uomini d’affari russi con l’esponente della Lega sono ancora al centro di un’indagine. E gli investigatori milanesi che si stanno occupando del caso hanno passato al setaccio alcune telefonate registrate. Un’app-spia ha fatto sì che venissero fuori le conversazione, fino a ora rimaste segrete.
Al centro di queste conversazioni telefoniche, però, non c’è solo Savoini. In particolare si è tenuta una lunga serie di telefonate tra il braccio destro dell’ex vice-premier, ma anche il legale Meranda e Francesco Vannucci. I tre si sono intrattenuti al telefono con altrettanti uomini di affari russi. Al centro del loro interesse c’era una compravendita di petrolio, da effettuare con parte del denaro percepito per la campagna elettorale della Lega.
Non sono stati resi noti i nomi degli interlocutori di Savoini e Meranda. La Procura di Milano, infatti, ha deciso di mantenere il necessario riserbo sulla vicenda, oltre che sul periodo in cui si sono svolte queste telefonate. In ogni caso, l’inchiesta sta prendendo una piega decisiva, specialmente dopo l’arrivo di una nuova teste in Tribunale. Il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e i pm Sergio Spadaro, Donata Costa e Gaetano Ruta continuano a lavorare in maniera scrupolosa. La nuova teste, di origini russe, alta, dai capelli lunghi e scuri, molto elegante, è stata ascoltata dagli inquirenti per oltre due ore.
L’inchiesta – lo ricordiamo – è partita dall’intenzione, da parte della Lega e per mezzo di Savoini, di aggiungere ben 65 milioni di dollari alle casse del partito. L’incontro ha visto diversi protagonisti. Tra questi, oltre a Savoini, c’era anche il già citato Vannucci e l’avvocato Meranda. Per parte dei russi, vi hanno preso parte Ilya Andreevich Yakunin e Andrey Yuryevich Kharchenko, uomini molto vicini al presidente Vladimir Putin.