“Taglio dei parlamentari? Decidiamo noi”. Ma la Lega ottiene il referendum

Il referendum sul taglio dei parlamentari si farà, raggiunto e superato il numero minimo di 64 firme per presentare il quesito referendario. In soccorso della frangia dem della maggioranza, è accorso l’inaspettato alleato: la Lega.

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Nonostante le firme siano state ritirate da alcuni appartenenti a M5S e FI, il referendum sul taglio dei parlamentari si farà.

Le reazioni interne al M5S

Sulla questione è intervenuto prima Michele Giarrusso, senatore pentastellato “Stamattina ho ritirato la firma sul referendum confermativo sul taglio dei parlamentari. Ha scritto Giarrusso su Facebook – L’ho ritirata, perché la mia posizione è stata strumentalizzata da alcuni e travisata da altri”. Sintomo dell’ennesimo scontro in casa cinque stelle. La linea del partito rimane quella di voler eliminare 345 parlamentari, e così da fonti del movimento sono arrivate dure condanne all’atteggiamento dei senatori leghisti firmatari.

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Di Maio Piattaforma Rousseau – meteoweek.com

“Non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato ‘l’aiutino’ della Lega” fanno sapere. “Non vediamo l’ora di dare il via alla campagna referendaria per spiegare ai cittadini che ci sono parlamentari che vorrebbero bloccare questo taglio, fermando così il risparmio di circa 300mila euro al giorno per gli italiani che produrrebbe l’eliminazione di 345 poltrone”. 

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L’appello nei confronti del Carroccio era arrivato in mattinata dai radicali. Maurizio Turco, segretario dei radicali, si era rivolto a Matteo Salvini affinché “consenta che in questo Paese vi sia un referendum e un dibattito su una riforma costituzionale così importante. Il riferimento è alla prossima riforma elettorale – Con la legge elettorale della maggioranza M5s-Pd, si punta a escludere ancora di più i cittadini dalla scelta dei propri rappresentanti e dalla scelta del governo del Paese”.

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Un passo indietro è arrivato anche dai senatori PD Francesco Verducci e Vincenzo D’Arienzo. I due hanno ritirato le firme dalla proposta del referendum sulla riforma costituzionale e sul taglio dei parlamentari. Dal partito fanno sapere che alla base ci sarebbe una ragione meramente politica, collegata alla presentazione di quella proposta di legge elettorale proporzionale, che fin dall’inizio era stata chiesta dal Pd in relazione al taglio dei parlamentari.

La protesta dei radicali

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La richiesta era arrivata anche dal partito radicale che però voleva raggiungere un sostegno dal basso. Ai radicali sarebbero servite 500mila firme per richiedere l’istituzione di un quesito referendario, ma solo in 669 ne sono state raccolte. “Abbiamo voluto verbalizzare la violenta censura attuata dai media e dal servizio pubblico – ha spiegato il segretario del Partito radicale, Maurizio Turco, in conferenza stampa – ai quali si era rivolto per la prima volta nel discorso di fine anno il Presidente della Repubblica”. I radicali sono contro una modifica “che prevede la cessione di rappresentanza da parte dei cittadini”, spiega il segretario.

 

 

 

 

 

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