A lanciare l’allarme è Federcontribuenti: il reddito medio di una Partita Iva è calato di 7 mila euro negli ultimi 10 anni. Il 25% degli autonomi risulta sotto la soglia di povertà.
Un grido di allarme e quasi di disperazione: lo lancia Federcontribuenti, ed il tema sono le partite Iva. Che secondo alcuni studi di settore, sono alla canna del gas. In 3 anni sono morte 3 milioni di Partite Iva, e il 25% degli autonomi vive sotto la soglia di povertà: “Con un fatturato di 45 mila euro, pagando tutte le imposte, resta un guadagno netto di 17 mila euro, con quale coraggio parlano di carico fiscale ridotto? Nel 2020 non avremo alcuna crescita economica, saremo ancora ultimi tra tutti i Paesi Ocse e questo perché resta la tendenza ad assassinare fiscalmente chi produce denaro ed occupazione” dichiarano da Federcontrinuenti, associazione a tutela dei contribuenti e dei consumatori.
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Senza permessi o ferie pagate, senza il diritto ad ammalarsi e solo il 25% riesce a tenere aperta la Partita Iva fino all’età pensionabile ”perdendo tutti i contributi Inps e Inail ed ENASARCO” spiega la nota sul sito dell’associazione di categoria. Il reddito medio di una Partita Iva è calato di 7 mila euro negli ultimi 10 anni. Un dipendente senza persone a carico costa al datore di lavoro il 47,88% in più rispetto al netto che percepisce. ”Non c’è lavoro, mi apro una Partita Iva per creare lavoro e occupazione e cosa fa lo Stato? Mi giudica evasore fiscale sul nascere e mi taglieggia senza sosta e logica” è il duro commento di Federcontribuenti.
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Gli autonomi – secondo i numeri prodotti da Federcontribuenti – sono 5,3 milioni. Parliamo del 23,2% degli occupati e sono in forte calo rispetto al 2016, quando erano 8,6 milioni di Partite Iva. “Sono meno 3,3 milioni di lavoratori in circa 3 anni e molti meno sopravviveranno al 2020”, spiega la nota dell’associazione. Ma non è tutto, purtroppo: “Negli ultimi 10 anni hanno chiuso più di 257 mila imprese attive. Il 25,8% degli autonomi vive al di sotto della soglia di povertà calcolata dall’Istat”. Ancora più amara è la conclusione della nota: “Per i governi le Partite Iva sono solo bancomat, al pari dei pensionati”.